Daniele Maver e l’ibrido Land Rover
Una Range Rover capace di consumare solo 6,4 litri per 100 km e con emissioni di 169 grammi di CO2 al km non si era mai vista. Ma è realtà perché la versione Hybrid della “regina” della gamma Land Rover, il primo modello termico-elettrico della Casa di Solihull, è arrivato.
Ma, come spiega Daniele Maver, Presidente di Jaguar-Land Rover Italia, “abbiamo continuato a lavorarci sopra: è la dimostrazione della nostra proposta di mobilità sostenibile, che magari arriva un po’ in ritardo, ma lo fa in maniera diversa da altre. Non a caso la Range è il primo SUV premium ibrido diesel-elettrico”.
A cosa si deve la scelta di abbinare la trazione elettrica a un motore a gasolio?
“Se avessimo optato per un ibrido a benzina, avremmo avuto benefici soprattutto nei tragitti urbani. Che però non sono l’utilizzo principale delle nostre Range. Invece con il diesel si ottengono grandi vantaggi soprattutto sui lunghi trasferimenti autostradali”.
Come mai avete iniziato dal vostro top di gamma, la Range, invece di altri modelli più “popolari”?
“Abbiamo scelto di partire dalla Range perché è nell’alto di gamma che si massimizzano gli effetti e si ammortizzano meglio i costi. La nostra stima è che la versione ibrida possa arrivare a coprire il 7-8% delle vendite di questo modello. Comunque, dopo la Range sarà la volta della Sport. E poi vedremo…”.
Pensate che la sensibilità “verde” sia nel DNA dei vostri clienti?
“Su questo punto abbiamo condotto indagini a livello europeo ed è emerso che, sebbene in misura un po’ minore di altri paesi, anche in Italia c’è una forte attenzione della nostra clientela per la mobilità sostenibile. Non a caso, sebbene manchino ancora diversi mesi alla sua commercializzazione, abbiamo avuto molte richieste e anche pre-contratti per la Range ibrida. Ma vorrei ricordare che Land Rover ha da sempre avuto un’attenzione “sociale” nella sua attività. Oggi lo fanno in tanti, ma noi già diversi anni fa abbiamo lanciato il programma Carbon Offset, per compensare l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera durante la produzione dei nostri veicoli”.
Ma il 2015 sarà importante anche per Jaguar…
“Certo, e il lancio della nuova XE mostrerà anche il secondo filone della nostra ricerca per una mobilità sostenibile, che passa attraverso modelli più efficienti e con emissioni ridotte grazie alla produzione di vetture totalmente in alluminio e con motori assolutamente all’avanguardia. Per quanto riguarda l’alluminio, abbiamo iniziato nel 2003 con la XJ e oggi abbiamo sicuramente la leadership nel settore. Ma in alluminio è anche il basamento dei motori della famiglia Ingenium, frutto di un investimento da 500 milioni di sterline: sono propulsori moderni ed efficienti, estremamente versatili”.
Nuovi motori, nuove tecnologie, nuovi modelli: anche voi, come altri gruppi, siete impegnati a fondo per stimolare il mercato, che però fa fatica a ripartire. Cosa manca davvero?
“Forse servirebbe una maggiore coerenza nelle decisioni delle istituzioni, che spesso sono guidate da valutazioni fiscali, magari demagogiche: penso ad esempio al superbollo. Per quanto riguarda poi la mobilità sostenibile, ci vorrebbero norme meno segmentate e magari una maggiore armonizzazione a livello europeo”.