Share’ngo, il car sharing fallito con le macchinette gialle
Che fine ha fatto "Sharengo", perché è fallita l'azienda, come funzionava il car-sharing con le macchinette elettriche a Roma, Milano, Firenze e Modena, tariffe, parcheggi, ricariche, come andavano e quale era l'autonomia delle macchinette gialle.
Che fine ha fatto Sharengo? Tra i servizi di car sharing disponibili nelle grandi città c’era quello di Sharengo, che utilizzava macchinette elettriche e che funzionava tipo Enjoy e Car2Go (Share now). La flotta Share’ngo (si scrive così ma molti utilizzavano la dicitura Sharengo) era facilmente riconoscibile per la livrea gialla e perché trovavi queste macchinette collegate alle colonnine di ricarica. Questo tipo di noleggio era particolarmente diffuso soprattutto fra i giovani, considerando le tariffe abbastanza economiche ed era disponibile nelle città di Roma, Milano, Modena e Firenze.
Share’ngo che fine ha fatto?
La proprietà di Sharengo era cinese, ma la società di noleggio ha fatto capo anche alla CS Group di Livorno che è stata dichiarata fallita (fallimento 56/2021, sentenza del 21/10/2021) dal Tribunale di Livorno. Parallelamente la vicenda si complica con la cessione ad un imprenditore olandese, Majd Yousif che sarà poi anche arrestato per altre vicende e sul noleggio Share’ngo in Olanda. Con l’accumulo dei debiti, anche ben prima dell’arrivo di Majd Yousif, era iniziato anche lo sfratto della sede di Roma della società. Si narra che all’interporto di Livorno fossero depositate 250 macchinette per un valore di circa un milione e mezzo di euro, pronte per essere imbarcate verso il Belgio. Erano state comprate (senza pagarle) da un’altra società di Majd Yousif.
Questo evento ha portato alla chiusura del servizio e alla vendita all’asta della sua flotta di circa 1.000 auto (400 erano nel milanese, 300 a Firenze, 300 a Roma), acquisite da concorrenti come Enjoy e WeShare. Circa 100 dipendenti in Italia hanno perso il lavoro. Il fallimento è stato causato principalmente dalle difficoltà economiche durante la pandemia e dalla forte concorrenza nel settore.
Car-Sharing Share’ngo, cos’era
Sharengo era un servizio di noleggio con macchinette elettriche gialle che potevano trasportare fino a 2 persone, avevano circa 100 km di autonomia e raggiungevano una velocità massima di 80 km/h.
Al momento del ritiro avevano la batteria carica, un’autonomia dichiarata di circa 100 km e consentivano di parcheggiare gratuitamente al centro, come ad esempio nelle ZTL di Roma e nell’Area C di Milano.
Quanto costava Share’ngo? Tariffe
Quanto costava usare Sharengo? La tariffa del car-sharing elettrico di Sharengo era di 0,28 centesimi di euro al minuto e di 50 euro al giorno, invece in un’ora di utilizzo il costo era di 12 euro. La prenotazione era gratuita. Le tariffe erano uguali in tutte le città.
Si potevano acquistare anche pacchetti speciali di Sharengo.
Quanto costava Sharengo con le tariffe “standard” |
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Tariffa base |
0,28€/min |
Tariffa oraria |
12€/h. |
Tariffa giornaliera |
50€/giorno |
Tariffa speciale Areoporto Firenze Peretola |
5€ |
Car-sharing Share’ngo, come funzionava
Per utilizzarlo bastava scaricare l’app sullo smartphone. L’iscrizione era veloce e gratuita, il noleggio poteva iniziare subito dopo aver inserito i dati personali, della patente, del codice fiscale, e di una carta di credito (anche prepagata). Una volta registrati si poteva acquistare immediatamente il Pacchetto Benvenuto a 5€ e 21 minuti e provare subito lo Sharengo.
Dopo aver completato il pagamento si poteva invitare un amico ad iscriversi inviandogli un codice, e se lui si registrava entrambi si ricevevano 30 minuti gratis. La guida era consentita a tutti i titolari di regolare patente (B1 e B) anche i neopatentati.
Tramite l’App iOS e Android o con la web app (inesistenti oggi) si prenotava l’auto tra quelle più vicine sulla mappa della città selezionando PRENOTA AUTO. Per raggiungere il mezzo si aveva a disposizione 20 minuti. Una volta arrivati alla macchinetta si apriva utilizzando lo smartphone oppure la Sharengo Card.
Dell’azienda sul web resta solo questo sito ancora attivo site.sharengo.sk
Parcheggio Share’ngo car-sharing elettrico che non c’è più
Per quanto riguarda il parcheggio, le auto Sharengo potevano parcheggiare gratis nei posteggi a pagamento, compresi quelli riservati ai residenti. Infine la Sharengo poteva entrare in centro gratis e senza limiti in Area C a Milano e nella ZTL di Modena, Firenze, e a Roma anche nel Tridente.
Per ogni città era definita un’area di copertura del servizio, si poteva guidare al di fuori, ma dovevi terminare il noleggio all’interno dell’area operativa. Non era possibile guidare nelle zone pedonali, nelle corsie preferenziali e in autostrada.
Share’ngo come si guidava, prova, come andava la macchinetta elettrica gialla
Queste macchinette elettriche gialle le abbiamo anche provate. A fine 2019, Anna Francesca Mannai ci aveva raccontato le sue impressioni di guida dopo averla provata a Roma.
“Quando il servizio era ancora attivo avevo provato a guidare la Sharengo a Roma. Sembrava di guidare un autoscontro, quindi era divertentissimo ma anche un po’ pericoloso perché prendeva velocità rapidamente e diventa un missile. Alla guida si sentiva il peso della batteria agli ioni di litio che alimentava il motore da 9 kW con una accelerazione da zero a 100 in tipo 50 min. In salita soprattutto in due faceva fatica già con pendenze del 3%, ma poi su piano e discesa diventava un proiettile, insomma, bisognava fare attenzione. Il sistema frenante per fortuna era affidabile!
Le sospensioni invece erano pessime, quindi se passavi sopra un mozzicone di sigaretta sembrava di aver preso un tronco di cemento armato! Per tutti i motivi citati, soprattutto nel traffico, la carica andava via in un attimo: i cinesi che la producevano promettevano 100-120 km di autonomia, ma nella nostra prova, dopo essere partiti con batteria carica 100% dopo 20 km avevamo consumato più di mezzo “serbatoio”.
Conclusione, la macchinetta elettrica di Share’ngo
“La macchinetta elettrica di Sharengo mi è piaciuta perché era facilissima da parcheggiare, sia perché era piccolissima, sia perché aveva anche i sensori di parcheggio. In conclusione, il veicoletto ZD1 della Xin Da Yang Electric Vehicles, sussidiaria del gruppo cinese Geely (proprietario anche di Volvo Cars) che costava tra l’altro circa 15 mila euro, era davvero divertente ed utile per spostarsi facilmente in città”.
VIDEO tutorial ancora on line su come funzionava il car-sharing Sharengo
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