Crediti CO2 e sistema ETS UE per lo scambio delle quote di emissioni, come funziona
Scopriamo il sistema ETS introdotto dall'Unione Europea per ridurre le emissioni di gas serra: l'Emission Trading System (ETS). La quota di emissioni di gas serra rappresenta il diritto di emettere una certa quantità di CO2 equivalente durante un periodo determinato. Cos'è e come funziona il sistema ETS.
Il sistema di scambio delle quote di emissioni (chiamato anche Emission Trading System o ETS) è uno strumento economico utilizzato per ridurre le emissioni di gas serra, in particolare il biossido di carbonio (CO₂). Funziona come un mercato in cui le aziende possono acquistare e vendere quote di emissione. Ogni quota corrisponde al diritto di emettere una certa quantità di CO₂ (tipicamente una tonnellata).
Crediti CO2, cosa sono gli ETS UE
I crediti di CO2 nel sistema ETS, istituito dalla direttiva 2003/87/CE, sono strumenti utilizzati per ridurre le emissioni di gas serra, in particolare la CO2, e consentono alle aziende di acquisire un diritto ad emettere una determinata quantità di inquinamento. Recentemente, il sistema è stato modificato per allinearsi agli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni, che prevedono almeno il 55% di riduzione entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050. L’aggiornamento fa parte del pacchetto “Fit For 55” e questi crediti vengono assegnati o venduti a entità come centrali elettriche, produttori industriali e settori dei trasporti.
Come funziona lo scambio delle quote di emissioni
Il loro funzionamento si basa sul sistema di “scambio di emissioni”, in cui un’autorità stabilisce un limite massimo di emissioni (tetto) per un determinato periodo. Ogni azienda riceve una quantità di crediti in base alla propria capacità di emissione. Ogni operatore industriale o aereo nei settori coperti dal sistema deve compensare annualmente le proprie emissioni effettive, che sono verificate da un soggetto terzo indipendente, con un corrispondente quantitativo di crediti di CO2.
La contabilità di queste compensazioni è gestita tramite il Registro Unico dell’Unione Europea, mentre il controllo delle scadenze e del rispetto delle normative in Italia è affidato alle Autorità Nazionali Competenti (ANC), che vigilano sul corretto funzionamento del sistema.
Questo processo crea incentivi per le aziende a ridurre le proprie emissioni, poiché possono guadagnare vendendo i crediti in eccesso, mentre quelle che superano il limite di emissioni devono acquistare crediti aggiuntivi.
Date quote di emissioni ETS UE per settore
Dal 2024, il sistema ETS UE è stato esteso al trasporto marittimo, includendo le navi da 5.000 tonnellate, mentre dal 2025 è esteso agli edifici, al trasporto stradale e ad altri settori industriali tramite il sistema ETS 2.
Per l’aviazione, l’ETS copre solo i voli interni al SEE fino al 2026, con una valutazione su CORSIA. Gli impianti di incenerimento dei rifiuti, a partire dal 2024, dovranno monitorare e comunicare le emissioni, con una possibile inclusione nel sistema ETS dal 2028. L’obiettivo di riduzione per il 2030 deve passare dal -43% al -62% rispetto al 2005, con una diminuzione delle quote assegnate.
Le assegnazioni gratuite delle quote sono progressivamente ridotte, con eliminazione totale per il trasporto aereo nel 2026 e per altri settori nel 2034, accompagnate dalla revisione dei parametri di riferimento per riflettere i progressi tecnologici. Il sistema include anche un meccanismo per incentivare l’efficienza energetica, con penalità per gli impianti che non adottano misure di miglioramento.
Inoltre, gli Stati membri devono destinare i proventi delle aste delle quote per scopi legati al clima, potenziando fondi per l’innovazione e la modernizzazione. Le fluttuazioni dei prezzi delle quote saranno regolate tramite la Riserva di stabilità del mercato.
Un altro strumento introdotto è il meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che prevede l’applicazione di certificati per le importazioni di prodotti ad alta intensità di carbonio per evitare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni, entrando in vigore progressivamente dal 2023 al 2034.
Prezzi delle quote di emissioni
La quotazione ETS si riferisce al prezzo di mercato delle quote di emissione nel sistema di scambio delle emissioni, come l’EU ETS (European Union Emissions Trading System). Questo prezzo è determinato dalla domanda e offerta nel mercato delle quote di emissione, che dipende dalla quantità di emissioni consentite (il tetto) e dalla disponibilità di crediti.
Nel 2023 il prezzo medio è stato di 86,17 euro per tonnellata, con previsioni che sono arrivate a 104,84 euro nel 2025. Alcuni analisti prevedono un prezzo che potrebbe raggiungere i 350 euro nel medio termine. Nonostante una direttiva preveda un limite teorico di 45 euro per tonnellata, il rilascio di 20 milioni di quote gratuite risulta insufficiente per soddisfare la domanda annua di 1.000 milioni di tonnellate di CO2.
Tassa occulta a carico dei cittadini?
Il cosiddetto diritto di inquinare delle aziende, gestito dalla grande finanza, rischia di gravare pesantemente sulle tasche dei consumatori, trasformandosi in una tassa occulta. Ad esempio, nel caso dei produttori di carburanti, la quota degli ETS potrebbe far lievitare notevolmente i prezzi, portando il costo dei carburanti ben oltre i 2 euro al litro al distributore. Il Green Deal europeo, che prevede anche lo stop ai veicoli termici nel 2035, appare quindi meno come un’opportunità e sempre più come un grande salasso a carico dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione.
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