Differenziale autobloccante, come è fatto e come funziona
Il differenziale autobloccante rappresenta l’unica soluzione per garantire la massima trazione quando i cavalli da scaricare a terra sono tanti o in condizioni di scarsa aderenza soprattutto in curva
Il differenziale autobloccante rappresenta l’unica soluzione per garantire la giusta trazione quando i cavalli da scaricare a terra sono tanti oppure in presenza di scarsa aderenza. Si tratta di un differenziale che ha la capacità di trasferire coppia in diversa percentuale tra le singole ruote dello stesso asse al contrario di un differenziale “libero” che ripartisce al 50% la coppia tra i due assi. Conosciamone meglio le tipologie e il funzionamento dell’autobloccante!
Differenziale autobloccante, come funziona
Un differenziale autobloccante è un differenziale “open” con l’aggiunta di un sistema interno che permette di incrementare la differenza tra le due coppie trasmesse sui semiassi. Grazie a questo sistema la ruota con aderenza maggiore riceve dal differenziale una coppia motrice maggiore rispetto alla ruota con minore aderenza che solitamente in questa condizione inizia a girare più velocemente.
E’ un sistema antipattinamento migliore rispetto ad altri dispositivi che limitano la potenza a fronte di una perdita di aderenza delle ruote motrici o l’impiego dei freni per bloccare le ruote in pattinamento perché provocano pericolosi surriscaldamenti degli stessi.
Sulle vetture sportive di alto livello, quindi, l’unica soluzione è l’utilizzo di un differenziale autobloccante. Con questo dispositivo la potenza viene trasferita automaticamente alla ruota con maggiore trazione, riducendo il cronico sottosterzo delle trazioni anteriori quando si spalanca l’acceleratore in curva con le marce basse.
Finché la ruota anteriore conserva un grip sufficiente, si riesce addirittura a generare un sovrasterzo grazie all’intera massa dell’auto che fa perno sulla ruota esterna alla curva, facilitando l’entrata in corda e rendendo molto più efficace l’azione della vettura. Recentemente sono stati sviluppati gli autobloccanti a controllo elettronico che non impiegano più i freni per pinzare la ruota in pattinamento.
Le potenze delle auto sportive stanno salendo vertiginosamente ed è sempre più difficile, anche e soprattutto dopo un intervento di elaborazione, riuscire a scaricare a terra tanta cavalleria, specialmente su una trazione anteriore. Se fino a qualche anno fa 300 CV rappresentavano una sorta di traguardo ideale per un 2 litri turbo, oggi questo limite si è avvicinato sorprendentemente a quota 400 CV. I costruttori, già di serie, spesso ricorrono agli autobloccanti per scaricare a terra tutta la potenza del motore.
Differenziali autobloccanti, come sono fatti, le diverse tipologie
I differenziali autobloccanti possono essere di diversi tipi, ma i più diffusi sono sostanzialmente: il lamellare a lamelle/frizioni, il TorSen, il Ferguson che tratteremo separatamente, oltre ai sistemi di gestione della trazione come il Twinster montato sulla Opel Insignia con effetto autobloccante.
Differenziale autobloccante VIDEO
La tecnica del differenziale autobloccante è stata trattata in modo approfondito sul magazine ELABORARE n° 240 ACQUISTA QUI
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