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Le Ferrari più belle di tutti i tempi, Top 5 +1

Le 5 più belle vetture Ferrari: dalla 250 LM del 1963 alla Ferrari 499P, prototipi che hanno segnato la storia del blasonatissimo Cavallino Rampante.

Le vetture Ferrari prototipo hanno segnato la storia del blasonatissimo Cavallino Rampante. Sono tantissime le curiosità e gli aneddoti che si celano dietro vetture di inestimabile bellezza come queste ed abbiamo cercato di raggrupparle in una Top 5 fresca e non adatta solamente ai gentleman driver!

Ferrari Prototipo, la Top 5 (in bellezza) secondo Newsauto.it

La Scuderia Ferrari è conosciuta per aver segnato traguardi importantissimi nel campionato mondiale di Formula 1, ma non tutti sanno che le vetture prototipo prodotte dalla Casa di Maranello hanno segnato la storia dei più importanti campionati Marche. Dalla Ferrari 250 LM conosciuta come l’ultima vincitrice di Le Mans, fino a passare per la 512 S e per l’iconica ed intramontabile 330 P4, scopriamo alcuni tra i modelli più belli (a nostro modesto avviso) che hanno segnato la storia delle vetture Sport Prototipo degli anni ’60 e ’70.

Ferrari 250 LM (1963)

La Ferrari 250 LM (Le Mans) segnò un passo importante nello step evolutivo della 250 GTO. Nata con lo scopo di continuare sulla stessa scia della sorella maggiore, la 250 LM fu l’erede rivoluzionaria ed esternamente sembrava molto più un prototipo che una vettura GT. La sua prima apparizione risale al Salone di Parigi del ’63 e fu costruita seguendo i tratti caratteristici della 250P da cui, infatti, ereditò sia il passo di 2.400 mm, sia il propulsore da 3 litri (anche se successivamente i modelli impiegarono quello di cilindrata 3.3).

Top 5 Ferrari prototipo Ferrari 250 LM
Ferrari 250 LM

Disegnata da Pininfarina nei fattori estetici, la vettura non aveva rivali nella sua epoca, grazie alle sue forme sinuose e arrotondate; le linee della 250 LM le conferivano gran fascino ed equilibrio. Prendendo le sembianze del classico frontale basso e aerodinamico, la vettura sportiva sviluppava un parabrezza ampio e inclinato e proseguiva nel roll-bar, che costituiva parte integrante del cofano motore e ospitava uno stretto lunotto in posizione verticale (questo al suo interno). Infine, il posteriore dell’auto era contraddistinto dalla coda tronca, un segno distintivo delle Ferrari sportive dell’epoca che ritroviamo su alcuni modelli moderni come la 296 GTB.

Palmarès Ferrari 250 LM:

  • 1964: 12 Ore di Reims – G.Hill/J.Bonnier, GP del Limburgo – Luciano Bianchi, Coppa Inter-Europa – Nino Vaccarella, 500 Miglia di Elkhart Lake – W.Hangsen/A.Pabst, GP del Canada – Pedro Rodriguez, 9 Ore del Rand – D.Piper/T.Maggs, GP dell’Angola – Willy Mairesse.
  • 1965: Coupés de Belgique – Willy Mairesse, 500 Chilometri di Spa – Willy Mairesse, Circuito del Mugello – M.Casoni/T.Nicodemi, 6 Ore di Perth – Spencer Martin, 24 Ore di Le Mans – J.Rindt/M.Gregory, Coppa Città di Enna – Mario Casoni, GP d’Austria – Jochen Rindt.
  • 1966: Coppa FISA – Edoardo L. Gabardi, Grand National de Belgique – “Beurlys”, Corsa a Crystal Palace – David Piper, 12 Ore di Surfer’s Paradise – J.Stewart/A.Buchanan, Autosport Trophy – David Piper, 1000 Chilometri di Parigi – M.Parkes/D.Piper.
  • 1967: Corsa a Silverstone – Richard Attwood, Corsa a Brands Hatch – David Piper, Grand National de Belgique – “Beurlys”.
  • 1968: 3 Ore di Surfer’s Paradise – L.Geoghegan/I.Geoghegan.

Ferrari Dino 206 S (1966)

La piccola ma vincente Ferrari Dino 206 S varcò i cancelli della fabbrica di Maranello nel mese di febbraio del 1966. Con il tipico cielo uggioso e clima freddo che contraddistingue la stagione invernale emiliana, quel giorno fu sostanzialmente diverso dagli altri – in meglio ovviamente – poiché una neonata e particolare Ferrari era pronta a segnare nuovamente la storia. Le linee morbide e sinuose della Ferrari Dino 206 S, progettate dalla Carrozzeria Drogo, nascondevano un prepotente motore V6 a 65° alimentato in un primo momento da tre carburatori 42DCN e successivamente dall’iniezione indiretta Lucas. La vettura attirò fin da subito l’attenzione poiché le sue forme ricordavano molto quelle della 166 P, ma con ampie superfici vetrate ed un alettone posteriore ad anello che si raccordava col cofano motore.

Ferrari Dino 206 S
Ferrari Dino 206 S

In origine il piano iniziale della Casa di Maranello per la barchetta 2 posti era quello di produrre almeno 50 unità per consentirne l’omologazione nella categoria Sport. Purtroppo, ne vennero realizzati soltanto 20 esemplari; la qual cosa costrinse la Ferrari Dino 206 S a cimentarsi contro vetture prototipo più potenti di lei, senza sfigurare grazie all’abilità al volante di piloti come Chinetti, Scarfiotti e Bandini.

Palmarès Ferrari Dino 206 S:

  • 1966: Cesena-Sestriere (Campionato d’Europa della Montagna) – Lodovico Scarfiotti, Coppa Città di Enna – “Pam”, Sierre-Montana-Crans (Campionato d’Europa della Montagna) – Lodovico Scarfiotti, Trofeo Ettore Bettoja – Edoardo L. Gabardi.

Ferrari 330 P4 (1967)

La Ferrari 330 P4 fu la versione più estrema e potente della Casa di Maranello della sua linea “P”, creata con il solo ed unico scopo di mettere la parola “fine” allo scontro diretto coi rivali americani di casa Ford nelle corse endurance e alla gara di Le Mans.

Ferrari 330 P4
Meccanici Ferrari sulla 330 P4

Con uno stile molto simile a quello della 330 P3, questo modello era spinto da un motore V12 che era stato radicalmente ridisegnato da Franco Rocchi. La modifica più ovvia è stata l’introduzione di una testata a tre valvole: due di aspirazione e una di scarico. L’alimentazione del carburante era fornita da un sistema di iniezione Lucas. Il telaio era leggermente più corto della 330 P3 e il nuovo sistema di sospensioni migliorava la tenuta di strada. L’auto vinse numerose gare e si guadagnò un posto nei libri di storia dopo un memorabile 1-2-3 durante la 24 Ore di Daytona.

Palmarès Ferrari 330 P4:

  • 1967: 24 Ore di Daytona – L.Bandini/C.Amon – 1000 Chilometri di Monza – L.Bandini/C.Amon.
  • 1968: 3 Ore di Città del Capo – Paul Hawkins, GP di Rhodesia – Paul Hawkins, 3 Ore di Pietermaritzburg – Paul Hawkins.
  • 1969: 500 Miglia di East London – Paul Hawkins.

Ferrari 512 S (1970)

Se i miracoli esistono questi si sono manifestati nella Ferrari 512 S, una splendida vettura prototipo realizzata nel 1970 in soli tre mesi dall’équipe guidata da Mauro Forghieri per contrastare la temibile Porsche 917 K. Così, per arrestare la sete di successo della casa di Stoccarda, la Ferrari 512 S montava un motore V12 da quasi 5 litri completamente in lega leggera con quattro valvole per cilindro da 550 CV. Il telaio, di tipo multitubolare, era uno sviluppo derivato dalla P4 e dalla 612. La carrozzeria, studiata da Giacomo Caliri, alla ricerca della leggerezza fu costruita in poliestere.

Ferrari 512 S in pista a Monza Top 5 Ferrari prototipo
Ferrari 512 S in pista a Monza

Seppur meno attraente della 330 P4 – anche se aveva il suo fascino – la 512 S vantava delle linee morbide e slanciate proponendo un’aria molto aggressiva, soprattutto nella coda del posteriore. Prodotta sia in versione berlinetta sia in versione spider, prese parte al Campionato Mondiale Marche 1970 e 1971 vincendo soltanto a Sebring, ma non poté nulla contro la rivale diretta di casa Porsche.

Palmarès Ferrari 512 S:

  • 1970: 12 Ore di Sebring – I.Giunti/N.Vaccarella/M.Andretti, 500 Chilometri del Belgio – Georg Loss, GP di Fuji – C.Manfredini/G.P.Moretti,

Ferrari 312 P (1971)

La nuova versione del 1971 del prototipo sportivo era dotata di un motore flat-12, spesso indicato come un motore boxer. Molte pubblicazioni aggiunsero la lettera B dopo la P del suo nome per indicare il suo tipo di motore, ma questa variante non fu mai ufficialmente sanzionata dalla Ferrari che la chiamò semplicemente 312 P del 1971. Oltre ad un nuovo motore, il telaio differiva anche per certi aspetti in quanto i pannelli in alluminio venivano rivettati al tubolare di piccolo diametro dello spaceframe, un ulteriore passo verso la monoscocca.

Ferrari 312 P in Belgio Top 5 Ferrari prototipo
Ferrari 312 P in Belgio

Dopo un intero anno di sviluppi e collaudi indotti nel 1971 nelle gare del mondiale, in cui la nuova auto “Sport” di Maranello mostrò le proprie qualità, fu il 1972 l’anno di definitiva consacrazione di questa grande vettura, la quale può vantare di essere stata domata da piloti quali Jacky Ickx, Clay Regazzoni, Mario Andretti, Arturo Merzario e altri. L’auto è ricordata, inoltre, per essersi aggiudicata l’ultimo titolo costruttori della sua gloriosa storia tra le vetture di tipo “Sport”.

Palmarès Ferrari 312 P:

  • 1971: 9 Ore del Rand – C.Regazzoni/B.Redman.
  • 1972: 1000 Km di Buenos Aires – R.Peterson/T.Schenken, 6 Ore di Daytona – J.Ickx/M.Andretti, 12 Ore di Sebring – J.Ickx/M.Andretti, 1000 Chilometri di Brands Hatch – J.Ickx/M.Andretti, 1000 Chilometri di Monza – C.Regazzoni/J.Ickx, 1000 Chilometri di Spa-Francorchamps – B.Redman/A.Merzario, Targa Florio – A.Merzario/S.Munari, 1000 Chilometri di Nurburgring – R.Peterson/T.Schenken, 1000 Chilometri d’Austria – J.Ickx/B.Redman, 6 Ore di Watkins Glen – J.Ickx/M.Andretti, 500 Chilometri di Imola – Arturo Merzario, 9 Ore del Rand, C.Regazzoni/A.Merzario.
  • 1973: 1000 Chilometri di Monza – J.Ickx/B.Redman, 1000 Chilometri del Nurburgring – J.Ickx/B.Redman.

Ferrari 499 P (2022)

La sfida dell’ibrido è iniziata a Le Mans e Ferrari non ci ha pensato due volte a coglierla e tornare a partecipare nella classe regina del WEC, dopo 50 anni di assenza. Nasce così il progetto denominato 499P – nomenclatura speciale destinata ai prototipi della Casa del Cavallino – una vettura prototipo più tecnologica di una Formula 1 e bella come non mai, visto il coinvolgimento del Centro Stile Ferrari, sotto la direzione di Flavio Manzoni, che ha l’obiettivo di imporsi alle pretendenti al titolo quali Porsche, Cadillac, BMW, Alpine, Peugeot e l’attuale campione in carica Toyota.

Ferrari 499P Hypercar Le Mans
Ferrari 499P Hypercar Le Mans

Il powertrain ibrido della 499P combina un motore termico, dislocato in posizione centrale-posteriore, a un motore elettrico, sull’asse anteriore. L’unità ICE – Internal Combustion Engine – ha una potenza massima a terra, limitata dal regolamento, di 500 kW (680 cavalli) ed è derivata dalla famiglia dei V6 biturbo stradali. Il powertrain ibrido della 499P combina un motore termico, dislocato in posizione centrale-posteriore, a un motore elettrico, sull’asse anteriore. L’unità ICE – Internal Combustion Engine – ha una potenza massima a terra, limitata dal regolamento, di 500 kW (680 cavalli) ed è derivata dalla famiglia dei V6 biturbo stradali.

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