La DS Prestige, lussuoso “ufficio viaggiante”
La DS Prestige fu una vera e propria limousine degli anni ’60. Nel 1959 venne presentata come “un lussuoso ufficio viaggiante”. Fu anche l’auto di Papa Giovanni XXIII
DS PRESTIGE – La DS Prestige, era nata nel 1958, quando il carrozziere Henri Chapron, in risposta a precise richieste da parte di clienti e prefetture di Francia, aveva proposto a Citroën una separazione interna da montare nelle vetture DS19. Il passo lungo (3,12 metri, un record per le auto europee) donava alla DS uno degli abitacoli più ampi dell’epoca ed era quindi abbastanza facile ricavare lo spazio per montare un vetro tra il conducente e gli occupanti dei sedili posteriori.
Chapron propose una panchetta anteriore di dimensioni ridotte e non regolabile. Nello schienale di questa panchetta, grazie ad un meccanismo manuale, poteva ritrarsi il vetro di separazione che veniva utilizzato per garantire la privacy dei passeggeri. La comunicazione con l’autista era sempre possibile grazie ad un interfono.
DS Prestige com’era?
Rivista internamente rispetto alla berlina da cui derivava, la DS Prestige godeva di una finitura nettamente più curata: panchetta anteriore in pelle nera, volante anch’esso rifinito in nero, divano posteriore in tessuto damascato grigio e pelle dello stesso colore, imbottiture in Dunlopillo (la morbidissima gommapiuma prodotta dalla Dunlop), un impianto radio di serie con doppi comandi anteriori e posteriori e -per la prima volta su un’auto europea- un radiotelefono che garantiva la comunicazione con tutto il mondo, ma solo per chi viaggiava nella zona urbana di Parigi!
DS Prestige radiotelefono
Il radiotelefono della DS Prestige aveva una potenza di 10 watt, accessorio all’epoca sensazionale, occupava l’intera parte inferiore del bagagliaio e si collegava con una stazione radio centrale da 250 watt, collocata a Ménilmontant e quattro ripetitori posti a Montmartre, Belleville, Villejuif e Mont-Valérien, con un raggio d’azione di circa venti chilometri.
La paratia di separazione era equipaggiata con diversi accessori: un reostato di regolazione della aerazione posteriore, garantita da uno speciale ventilatore e diffusa tramite due bocchette sul pannello divisorio, un pulsante che permetteva la selezione del canale radio tra alcune preselezioni, il volume della stessa radio, due posacenere, un accendisigari, un orologio elettrico, l’interfono per comunicare con l’autista a vetro chiuso ed i comandi per le luci interne del compartimento posteriore.
DS Prestige autista
Chiaramente la DS19 Prestige richiedeva la presenza dell’autista e questo frenò la diffusione di un’auto così particolare. Anche in una Francia in pieno boom economico, i clienti che potevano permettersi lo chauffeur erano sempre di meno e le DS Prestige rimasero appannaggio di pochi facoltosi e di alcune personalità del giornalismo, come il famoso Philippe Bouvard, che per molti anni fece di una Prestige il suo ufficio mobile.
Qualche DS Prestige finì anche nei celebri cortei presidenziali francesi, in verità poche: come vedremo più avanti, il generale De Gaulle (che all’epoca era tra i migliori “testimonial” della DS) amava dialogare con il suo autista e spesso ospitava a bordo delle sue auto persone che sedevano sui sedili anteriori e con cui parlava durante gli spostamenti.
DS blindata
Negli ultimi anni del suo governo fu realizzata una speciale DS blindata, con paratia di separazione interna che De Gaulle accettò di far costruire «perché era più lunga di qualche centimetro rispetto alla Lincoln del presidente americano Lyndon Johnson», ma la usò per un solo spostamento per poi tornare, quasi infastidito da tanta opulenza, sulle sue DS di serie. Parallelamente alla DS, fu allestita anche una versione “Prestige” della più economica ID. Questo modello prese il nome di “ID19 Voiture du Maitre” ed era privo di radiotelefono di serie.
DS Prestige auto papale
La DS Prestige fu anche un auto papale. Lastoria della DS19 di Papa Giovanni XXIII merita un paragrafo a parte: nel novembre del 1959, in occasione del settantottesimo compleanno del Pontefice, Citroën inviò da Parigi una fiammante DS19 Prestige che fu consegnata al Papa personalmente da Gerard Vion, allora direttore di Citroën Italia, alla presenza delle alte cariche vaticane e dei diplomatici francesi presso la Santa Sede. Il Papa volle benedire personalmente l’auto che però non usò mai: un piccolo malinteso sulla documentazione di consegna impedì la nazionalizzazione della vettura che rimase per tre anni nei garage vaticani.
Nel 1963 sarà ancora Vion a consegnare a Paolo VI, succeduto a Roncalli, una nuova DS19 Prestige (modello ’64) allestita da Citroën Italia a Milano sotto la direzione di Camillo Saini, grazie ad un kit arrivato direttamente dalla Carrosserie Chapron, seguendo le istruzioni di montaggio arrivate da Parigi. La nuova DS19 Prestige fu utilizzata per qualche tempo da alcuni alti prelati, ma se ne perdono le tracce già alla fine degli anni ’60, quando fu probabilmente rivenduta.
Dalla DS19 alla DS21
La carriera della più esclusiva versione della DS proseguì parallelamente a quella delle berline di serie: dal 1965 la DS19 divenne DS21, per poi adottare l’iniezione elettronica nel 1969 (modelli ’70) e divenire DS23 nel settembre del 1972 (modelli ’73). Va detto però che la più agguerrita concorrente della DS19 Prestige era un’altra DS: la Pallas, che accanto a finiture e rivestimenti ancor più lussuosi, proponeva un prezzo d’acquisto più basso grazie alla produzione in grande serie, mentre le Prestige furono sempre allestite manualmente, pezzo per pezzo.
Nemmeno l’arrivo nel 1965 della DS Prestige Pallas, allestita sulla base della DS Pallas, riuscì ad incrementare le vendite in maniera significativa: nei dinamici anni ’60, ad un passo dallo sbarco sulla Luna, il tempo delle berline condotte dall’autista stava definitivamente finendo.