Auto d’epoca DS, il progetto ed il restyling della “Dea”
Le DS storiche negli anni ’60 e ‘70 segnarono un’epoca. Al progetto originario lavorò Flaminio Bertone ed i successivi restyling si limitarono a piccoli interventi
A proposito di auto d’epoca le DS storiche furono disegnate Flaminio Bertoni, già padre della Citroën Traction Avant e delle linee della 2CV. Lo storico designer iniziò a lavorare alla sagoma della DS nel 1938, inizialmente come un restyling della Traction Avant. Successivamente il progetto cambiò direzione ed ancor prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. L’obiettivo di Bertoni infatti non era più quello di ammodernare la Traction, ma di realizzare una nuova “Vettura a Grande Diffusione”: nome in codice VGD, ovvero la futura DS.
Auto d’epoca DS Flaminio Bertoni
La DS19 è un’auto d’epoca che quando fu progettata segnò il suo tempo.Flaminio Bertoni, d’accordo con il coordinatore del programma, l’ingegner André Lefebvre, iniziò a creare la forma della nuova vettura sulla base di quella della goccia d’acqua che -Lefebvre non si stancava di ripeterlo- è la forma che i liquidi assumono per fendere l’aria, quindi la più aerodinamica. Successivamente, tra il 1953 ed il 1954, fu un pesce ad ispirare Bertoni che una domenica mattina, partendo da un blocco di gesso, incise la sagoma pressoché definitiva della futura DS19.
La vettura che ne risultò era tuttavia molto lunga: quasi sei metri, troppi per i garage standard francesi dell’epoca e questo obbligò il centro stile a rivedere i disegni costruttivi a pochi mesi dalla presentazione. Con la rapidità che lo contraddistingueva, Flaminio Bertoni accorciò la “VGD” di circa un metro, riducendo lo sbalzo posteriore (avvicinandosi così all’idea di Lefebvre di avere le ruote quanto più vicine ai quattro angoli della carrozzeria) e mascherando il taglio con i celebri coni di plastica (o acciaio inox) che nella berlina DS ospitano anche gli indicatori di direzione posteriori.
DS storica restyling 1963
Bertoni, da sempre insoddisfatto delle proprie creazioni (arrivò ad accusare gli altri progettisti di aver “rovinato” la DS mettendogli le ruote…), continuò a lavorare alla linea della DS storica per aggiornarla. Un sabato mattina, nel dicembre del 1963, si racconta che si fece portare il muso completo di una DS nel suo laboratorio e con martello, plastilina e plexiglass, in poche ore, distrusse e ricostruì cofano, paraurti e parafanghi, creando il celebre “muso di squalo” che contraddistinguerà le DS prodotte dal settembre del 1967 in poi.
La parte posteriore, invece, rimase sostanzialmente identica a quella del 1955, se non per piccole differenze sulla parte terminale dei parafanghi, e questo non faceva dormire sonni tranquilli a Bertoni che di quella zona della DS non era mai stato del tutto soddisfatto. La sua storia terminò nel febbraio del ’64 quando ebbe un malore. Un ictus lo portò alla morte.
L’eredità di Flaminio Bertoni
Bertoni aveva due assistenti: Henri Dargent e Robert Opron, arrivati da poco dal centro stile della Simca, tra i due fu il secondo ad essere scelto per proseguire il lavoro di Flaminio e prendere le redini del centro stile del Double Chevron. Autore, tra l’altro, dell’AMI8 (restyling dell’AMI6 progettata da Bertoni, il suo ultimo lavoro), della GS, della SM e della CX, Opron tentò di completare il lavoro di Bertoni e di modernizzare la DSdandogli un nuovo muso ed un nuovo posteriore.
DS restyling anni ‘70
I lavori di restyling della DS negli anni ‘70 furono portati avanti dall’intero Centro Stile, senza fermare gli altri progetti ma con un livello di priorità molto elevato: la direzione temeva che gli anni iniziassero a farsi sentire per la Dea delle Automobili e dare alla DS un nuovo aspetto ne avrebbe garantito la continuità di produzione.
Opron, Gromik, Franchiset, lo stesso Dargent e tutti gli altri stilisti del marchio disegnarono, scolpirono (imitando il maestro) e costruirono modelli in scala 1:1 dei loro lavori, solo per giungere alla conclusione che quanto fatto da Bertoni era già buono così. Alla fine, di migliaia di “maquette”, disegni a carboncino e modelli a dimensioni reali, non rimane che qualche foto (e qualche maquette): nulla fu cambiato nella linea della DS, se non il frontale, disegnato (o per meglio dire scolpito) dal fulmineo Flaminio Bertoni nel ’63.