Auto da sogno inglese vintage & sport, Phoenix Sylva Autokits
Auto inglese da sogno, la Sylva Autokits Phoenix, una kit car, auto sportiva inglese, autentica “macchina da corsa” messa su strada, vera auto da sogno! Un’autentica “macchina da corsa” messa su strada con 166 CV e solo 570 kg di peso!
Auto da sogno – Questa splendida kit car “black street car” è un’esponente di quella genìa che l’illustre collega Giovanni Canestrini, dopo aver visto la Maserati “Birdcage”, chiamò “barchetta”. Da quel momento in poi tale definizione raggrupperà quelle particolari vetture dal profilo molto basso, con un aspetto da Formula 1, ma con le ruote coperte, il wind-screen e senza sportelli, che daranno vita a una nuova tipologia di auto sportiva.
Si può sicuramente affermare che l’antesignana di questo stile, particolarmente estremo alla fine degli anni ‘50, fu la Lotus 11 (Eleven), celebre quella della scuderia Ecurie Ecosse, che permise a Colin Chapman d’imporsi come geniale costruttore di autotelai e vetture da corsa. Gli inglesi tendono a chiamare queste auto “roadster”, ma, indipendentemente dal nome, la Sylva Phoenix è una gran bella rappresentante di questa cultura automobilistica.
Phoenix Sylva Autokits auto da sogno inglese sportiva, come va?
Dal punto di vista ergonomico dobbiamo rilevare che l’inserimento nell’abitacolo è, per così dire, propriamente “calzante”, mentre, a onor del vero, lo spazio a disposizione dei piedi sarebbe… per un piede e mezzo!
Tanto angusto che con gli stivali o con scarpe a pianta larga questa macchina non si guida. Il motore spinge grazie al favorevole rapporto peso/potenza; l’inserimento è preciso e rapido come la maneggevolezza, ma la tendenza al sovrasterzo, prima che sull’asfalto, va controllata in officina, con una regolazione attenta e precisa delle sospensioni, dotate di carico molla a controllo millimetrico; in questo modo, su strada, la sbandata del posteriore sarà più facilmente gestibile, lavorando con lo sterzo e la “tavoletta” del gas.
Un grandissimo piacere per chi guida un’auto in modo sportivo e la Sylva è costruita per esaltarlo!
Phoenix Sylva Autokits auto da sogno
È quello che devono aver pensato Andrea Carboni e Francesco Falchi, quando hanno intravisto la possibilità di coronare un sogno. La Sylva Phoenix, l’automobile in oggetto, non è una replica pedissequa, più o meno fedele, con motorizzazioni fantasiose proposte da alcuni costruttori anglosassoni. È una vettura originale, di quelle che assalgono la mente dell’appassionato, sollecitandone il desiderio di possesso, e che suscitano meraviglia a ogni pagina dedicata ad esse.
Qualcuno obietterà che questo modello forse assomiglia a qualche illustre predecessore, ma, nonostante il concetto stilistico sia inequivocabilmente quello di cui sopra, la Sylva Autokits è, fin dal 1981, un importante esponente di quel “sistema” di piccoli costruttori inglesi che, con più o meno autorevolezza, rappresentano una vocazione e una possibilità.
Phoenix Sylva Autokits auto classica sportiva in kit
La vocazione è quella di creare attraverso l’automobile un progetto culturale, classico e innovativo al contempo; la possibilità è quella di possedere una di queste auto classiche con la “certezza di un diritto acquisito”, cioè la condizione istituzionale che pone i costruttori inglesi al riparo dalle pastoie di una burocrazia che, tra l’atto creativo e la realtà, frappone una barriera. Un muro costituito dagli innumerevoli ostacoli che rendono questo meccanismo assai arduo nel “Bel Paese”.
La Sylva costruisce kit da sempre: infatti, da più di trent’anni, il suo fondatore, Jeremy Phillips, ex stilista di auto, nella sua sede nel Lincolnshire, si adopera ogni giorno per migliorare il suo prodotto. Tra i piccoli costruttori inglesi la Sylva non è certamente la più nota, poiché nomi come Ginetta, Nathan, TVR o Marcos, per non parlare di Catheram, Elva, Davrian, Bond e tanti altri, hanno, più o meno recentemente, lasciato un segno lungo il sentiero della storia dell’auto. Ma Sylva è un costruttore attento, che ha cercato nella solidità strutturale il primo traguardo: i telai sono costruiti in tubi quadri, di volta in volta in varie leghe acciaiose.
Più opinabili sono i profili, talvolta anonimi, talvolta sinceramente grotteschi. Ma la Phoenix (dal 1989 la versione per le gare in pista del modello Striker) è sicuramente molto riuscita: i parafanghi avvolgenti, la linea di cintura bassa e i gruppi ottici, anteriori Lucas e posteriori tipo “bullet”, rendono molto pulito tutto l’insieme, costruito tassativamente in vetroresina. Lo scarico laterale, che fuoriesce a sorpresa in un tubo basso tagliato sul lato sinistro e circondato da un fazzoletto rettangolare in alluminio, è una novità stilistica in un progetto tradizionale. La livrea, perché la macchina fosse credibile, è finita nel classico “Old Racing British Green”.
Una garanzia di valore aggiunto! Il logo della Sylva richiama in qualche modo, per la presenza del giallo, quello della magica Lotus che fu del grande Colin Chapman, il più geniale e titolato dei piccoli costruttori inglesi, anzi assemblatori, come amava ripetere, per sottolineare il distinguo, Enzo Ferrari.
Sylva Phoenix, come è fatta la meccanica
La Sylva Phoenix monta un motore Ford Zetec 928M da 1.800 centimetri cubi, preparato dal noto tuner britannico Dunnell, che sviluppa 166 CV a 7.200 giri/min e comincia a spingere già dai 4.000: è dotato di pistoni high compression, di alberi a camme più appuntiti, per “tirare più in alto”, e di una testata lavorata nei condotti di aspirazione e scarico lucidati.
Le valvole di aspirazione sono più grandi per ottimizzare il lavoro dell’alimentazione, che consta di due carburatori Weber DCOE a doppio corpo da 40 mm; questi ultimi, a loro volta, respirano attraverso quattro cornette nascoste da relative spugne, per evitare la spiacevole intrusione di ospiti indesiderati.
La trazione posteriore è caratterizzata dal voluminoso tunnel di trasmissione con la leva del cambio corta, che aspetta solo di essere impugnata. Il volante è come quello della Ford Cortina Lotus a quattro marce, con un rapporto finale di 3,9:1, corto, adatto alle performance in salita. L’autotelaio, composto da un traliccio di tubi quadri, garantisce solidità, anche perché il peso in ordine di marcia non supera i 570 kg.
Infine l’impianto frenante è dotato di due pompe con ripartitore di frenata e le ruote sono caratterizzate da cerchi tipo Minilite, che alloggiano coperture da 185/60 R13.
Auto da sogno inglese tutte le foto
Sylva Phoenix Caratteristiche tecniche
MOTORE: Ford Zetec 928M anteriore, longitudinale, 4 cilindri in linea; cilindrata: 1.796 cc; potenza max: 166 CV a 7.200 giri/min; distribuzione: 4 valvole per cilindro, doppio albero a camme in testa comandato da catena; alimentazione: 2 carburatori doppio corpo Weber 40 DCOE
TRASMISSIONE: trazione posteriore; frizione: monodisco a secco; cambio: meccanico a 4 rapporti, I) 2,50:1, II) 1,64:1, III) 1,23:1, IV) 1,00:1, rapporto finale al ponte 3,90:1
SOSPENSIONI: ant. indipendenti, triangoli sovrapposti con rocker arm scatolato, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici; post. indipendenti, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici
FRENI: ant. a disco da 260 mm; post.: a tamburo da 230 mm
RUOTE: cerchi in lega da 6×13”; pneumatici: 185 R13
DIMENSIONI E PESI: lunghezza 4.160 mm; larghezza 1.560 mm; altezza 1.430 mm; peso in ordine di marcia 570 kg
PRESTAZIONI: velocità max 192 km/h; accelerazione 0-100 km/h 4,5 s
RAPPORTO PESO/POTENZA: 3,43 kg/CV
QUOTAZIONE: 15.000 Euro
Sylva Phoenix Storia
Sylva Autokits è un’azienda produttrice di kit-car con sede a Lincolnshire, in Inghilterra, fondata nel 1981 da Jeremy Phillips, che ha sviluppato e prodotto questa serie di piccole e leggere vetture sportive. Le Sylva si sono dimostrate molto competitive nel mondo della Velocità, vincendo ben 750 campionati di Motor Club Kit Car. Sylva Autokits ha venduto molti dei suoi storici design ad altri produttori di kit-car, come la Fury a Fisher Sportscars, la Stylus alle Special Sports Cars e la Striker alla Raw. Così facendo Jeremy Phillips è stato in grado di concentrarsi su nuove idee, come l’attuale Sylva Mojo 2 e R1ot. Nel 2015 David MacBean, un ingegnere meccanico di 43 anni con la passione per i veicoli da corsa, vide l’opportunità di acquisire Sylva Autokits e così fece. Ora porta avanti la tradizione del marchio con una nuova vettura con motore e componenti prelevati dalla MGF.
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POSITIVO
Maneggevolezza
Stile di guida sportiva
NEGATIVO
LA NOSTRA VALUTAZIONE
ESTETICA - 8
MOTORE - 9.1
PRESTAZIONI - 10
ACCESSORI - 3.2
CONSUMI - 6.2
PREZZO - 8.1
7.4
GIUDIZIO COMPLESSIVO