Pierre Jules Boulanger, la mente della Citroën 2CV
Pierre Jules Boulanger nella storia Citroën fu il presidente del rilancio dopo la crisi degli anni ’30 e la mente del progetto della 2CV
Nella storia Citroën Pierre Jules Boulanger fa la mente del successo della 2CV, un’auto simbolo della storia del Double Chevron che arrivò dopo la Traction Avant. Il successo dell’auto che introdusse per la prima volta la trazione anteriore fu clamoroso ma André Citroën non riuscì a goderne poiché morì nel 1935. L’azienda venne rilevata dai fratelli Michelin che per prima cosa devono cercarono un nuovo Presidente e Direttore Generale. La scelta cade su un uomo per loro di assoluta fiducia: Pierre Jules Boulanger. Le scelte a cui venne chiamato furono difficili: tagliare il personale, ridurre gli stipendi e cancellare progetti troppo ambiziosi, come quello della Traction Avant modello 22, con motore 8 cilindri a V che, pur essendo stata presentata ed inserita nei cataloghi della marca, non vedrà mai la luce.
RISANAMENTO La “cura Michelin” è drastica ma funzionò e già nel 1936 i bilanci di Citroën Automobiles tornarono in attivo. Pierre Jules Boulanger poté così iniziare pensare alla sua visione del futuro dell’azienda, partendo dall’idea di due nuovi modelli: una vettura piccolissima (la chiamerà TPV, Tout Petite Voiture), che un sondaggio operato dalla Michelin dice interessare molto la Francia contadina, e un modello più grande che dovrà sostituire la Traction nel giro di una decina di anni, modello che lui chiamerà VGD (Voiture à Grand Diffusion) per sottolineare la quantità di clienti che la nuova auto dovrà soddisfare.
PROTOTIPO 2CV Il progetto per la TPV, divenuta poi 2CV, venne affidato al team guidato da André Lefèbvre da cui è escluso a forza Bertoni: Boulanger volle un’auto funzionale, comoda, spaziosa ma non bella. Volle un’utilitaria nell’accezione più completa del termine.
Le parole scritte da Boulanger nel suo quadernino Moleskine per descrivere la sua idea della TPV sono ormai passate alla storia: «Voglio quattro ruote sotto ad un ombrello, capaci di trasportare una coppia di contadini con gli zoccoli, cinquanta chili di patate ed un paniere di uova attraverso un campo arato. Senza rompere un uovo». Inoltre, deve poter essere riparata con gli arnesi del trattore, deve consumare pochissimo (3 litri per cento chilometri) e non superare i cinquanta chilometri orari. Una sfida che Lefebvre accolse con entusiasmo, concretizzando una dopo l’altra tutte le richieste di Boulanger.
L’INTERVENTO DI BERTONI Certamente la Citroën 2CV, voluta da Pierre Jules Boulanger non deve essere bella ma, all’apparire dei primi prototipi, è evidente a tutti che per essere messa in produzione è necessario apportare delle migliorie al suo design esterno. Vieni così chiesto aiuto a Bertoni che ingentilisce le forme della piccola di casa Citroën.
Il cofano segnato da nervature che lo rendono resistente, il tetto ed il bagagliaio posteriore sostituiti da una capote in tela che semplicemente può essere arrotolata per far assumere all’auto la configurazione più adatta al compito che deve svolgere, i finestrini incernierati al centro e i fari, simili a quelli della Traction, montati e non integrati sull’auto in modo da essere facili da sostituire o riparare: l’auto ridisegnata dall’Italiano Furioso rimane essenziale e funzionale come nei desideri di Boulanger ma ha stile e carattere.
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