Multe CO2, i costruttori si difendono e sperano nel rinvio
La nuova Commissione Europea non mette in discussione lo stop al 2035, ma potrebbe aprirsi all'ipotesi di un compromesso sulle multe per la CO2 ai costruttori che non riusciranno ad abbassarle entro il 2025 di un ulteriore 15%
L’Europa per il momento non fa marcia indietro sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, nonostante il crollo del mercato auto, ma potrebbe aprirsi a un compromesso congelando le multe previste dal 2025 per i costruttori che non ridurranno del 15% le emissioni delle nuove immatricolazioni.
Le aziende possono formare un “pool di emissioni” per combinare i loro dati e rientrare nei limiti complessivi. Sono diversi i costruttori che si uniscono così in pool per proteggersi dalle multe sulle emissioni di CO₂ in Europa dove le normative stabiliscono limiti stringenti sulle emissioni medie di CO₂ per i veicoli venduti, con multe pesanti per chi li supera. Tra questi Renault-Nissan-Mitsubishi, Toyota-Mazda-Subaru-Suzuki e Tesla-Honda-Jaguar Land Rover.
Multe CO2 ai costruttori auto dal 2025
La storia delle multe ai costruttori nasce dall’obiettivo dell’Europa di ridurre le emissioni medie di CO2 delle auto vendute. Dal 2025 al 2029, infatti, ogni marchio dovrà abbassare la media delle emissioni dei propri modelli da 115,1 g/km (target per il periodo 2020-2024) a 93,6 g/km. Questo obiettivo potrebbe costare caro sia ai costruttori che agli automobilisti, i quali si troveranno di fronte a listini ancora più alti, con un aumento dei prezzi delle auto a benzina che si avvicineranno a quelli delle auto elettriche.
I produttori perciò per rispettare quest’obiettivo rischiano multe di 95 euro per ogni grammo di CO2 oltre i limiti moltiplicato per il numero di veicoli venduti, con sanzioni complessive stimate fino a 15 miliardi di euro.
Per evitare le multe, si potrebbe ridurre la produzione di auto a combustione interna per abbassare le medie di emissioni, come annunciato da Stellantis per fine 2024. Tuttavia, una minore offerta di auto tradizionali potrebbe farne salire i prezzi, ripercuotendosi anche sul mercato dell’usato che rischia di esplodere, con la domanda che supererà ampiamente l’offerta.
Quale casa auto rischia multe più salate
Nel 2023, le emissioni medie di CO2 delle auto immatricolate in Europa erano di 107 g/km, ben sopra il target di 93,6 g/km fissato per il 2025, richiedendo una riduzione del 12,5%. Tuttavia, i gruppi automobilistici partono da posizioni diverse rispetto al raggiungimento dell’obiettivo, che varia in base al peso medio delle vetture vendute. La situazione 2024, considerando il primo trimestre 2024, è quella sottostante.
Gruppi | CO2 2024 | Obiettivo CO2 2025 | Differenza |
---|---|---|---|
Ford | 125 g/km | 93 g/km | -32 g/km |
Volkswagen | 123 g/km | 94 g/km | -29 g/km |
Mercedes-Benz | 108 g/km | 88 g/km | -20 g/km |
Renault-Nissan-Mitsubishi* | 114 g/km | 97 g/km | -17 g/km |
Stellantis | 113 g/km | 97 g/km | -16 g/km |
BMW | 106 g/km | 91 g/km | -15 g/km |
Hyundai | 108 g/km | 96 g/km | -12 g/km |
Kia | 104 g/km | 93 g/km | -11 g/km |
Toyota-Mazda-Subaru-Suzuki* | 105 g/km | 97 g/km | -8 g/km |
Volvo | 56 g/km | 88 g/km | +32 g/km |
Tesla-Honda-Jaguar Land Rover* | 49 g/km | 90 g/km | +41 g/km |
Tra i marchi Ford, Volkswagen e Mercedes-Benz sono i più lontani. Tesla e Volvo sono già conformi ai limiti 2025. Se le emissioni restassero invariate, Ford e Volkswagen rischierebbero multe rispettivamente di 712 milioni e 6,4 miliardi di euro, mentre Stellantis potrebbe incorrere in una sanzione di 1,6 miliardi di euro. Questi costi potrebbero incidere pesantemente sui bilanci e influenzare i prezzi delle auto.
Toyota, Mazda, Subaru e Suzuki hanno formato un’alleanza strategica che ha destato grande interesse nel settore automobilistico. Questa collaborazione, nata con l’obiettivo di condividere risorse, tecnologie e piattaforme, mira a rendere più efficienti i processi produttivi e a sviluppare veicoli sempre più innovativi e competitivi.
Marchi auto esentati dalle multe sulla CO2
L’Europa prevede esenzioni dai nuovi limiti di CO2 per alcuni costruttori in base al volume di vendite annuali nell’UE:
- Da 10.000 a 300.000 auto: esenzione fino al 2029 (es. Porsche).
- Fino a 10.000 auto: esenzione fino al 2035 (es. Ferrari, Aston Martin, Lamborghini).
- Fino a 1.000 auto: esenzione a tempo indeterminato (es. Bugatti, Pagani, Dallara).
Queste deroghe favoriscono produttori di nicchia, auto di lusso e sportive. Porsche, ad esempio, è esentata fino al 2029 e punta a rispettare i futuri limiti grazie a modelli elettrici come Macan e 718 Cayman.
Rinvio delle multe sulla CO2
Nonostante il divieto del 2035 resti confermato, con Teresa Ribera (vicepresidente della Commissione europea con delega alla Transizione pulita) che esclude modifiche alla normativa, si ipotizzano interventi per alleggerire la pressione sui produttori, preoccupati dalla prospettiva di sanzioni da 15 miliardi di euro. La proposta è sostenuta dal Partito Popolare Europeo (Ppe), di cui fa parte anche la Cdu di Ursula von der Leyen, impegnata a seguire personalmente la questione. Per ora, tuttavia, si tratta solo di indiscrezioni.
L’Italia è contro le multe e lo stop del 2035
Intanto l’Italia con il Ministro Adolfo Urso (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) e Repubblica Ceca, con il supporto di Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia, hanno riportato il dossier sull’automotive al Consiglio Ue Trasporti, chiedendo di anticipare al 2025 la revisione del regolamento che prevede lo stop ai motori a combustione interna dal 2035.
Tra le proposte figurano una strategia industriale a lungo termine con investimenti pluriennali, un regime di aiuti di Stato per la transizione e l’inclusione di tecnologie alternative, come motori a combustione alimentati in modo sostenibile.
In questo contesto il ministro ceco Martin Kupka ha sottolineato la necessità di un piano finanziario “a breve termine” per rendere la transizione equa, proponendo di posticipare di tre anni l’entrata in vigore delle multe per chi non rispetta i limiti di emissioni. Anche la Francia sostiene l’obiettivo di elettrificazione totale entro il 2035, ma chiede soluzioni per evitare le sanzioni ai produttori già impegnati nella transizione.
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