Auto aziendale ad uso promiscuo, come funziona?
L’uso promiscuo dell’auto aziendale si riferisce all’utilizzo di un veicolo aziendale sia per scopi lavorativi sia personali. Come funziona, cosa cambia nel 2025.
Si parla di “auto aziendale ad uso promiscuo” nel caso in cui l’azienda concede un’auto a un dipendente che la userà sia per questioni inerenti al lavoro sia per esigenze personali. Non hanno alcuna rilevanza le percentuali dell’utilizzo per scopi aziendali e dell’impiego per scopi privati.
Auto aziendale ad uso promiscuo quali sono
La concessione di un’auto aziendale a uso promiscuo è un’opzione che sempre più aziende prevedono ed è regolata da specifici accordi. Si deve infatti precisare che, in base a quanto disposto dall’art. 51 del TUIR, tale concessione non può essere un atto deciso unilateralmente dal datore di lavoro, ma deve derivare da un accordo fra questi e il dipendente.
L’azienda può decidere di affiancare a questa soluzione anche la concessione di carte carburante multibrand, come ad esempio le soluzioni Edenred UTA Mobility, che offrono l’accesso ad un’ampia rete di stazioni di servizio e alle colonnine di ricarica delle auto elettriche.
Frequentemente, le aziende che decidono di concedere come benefit l’auto aziendale a uso promiscuo stipulano un contratto di noleggio auto a lungo termine (NLT), una formula sempre più comune, oppure un contratto di leasing. Sul contratto sono specificate nel dettaglio le modalità di utilizzo, le responsabilità e le condizioni economiche.
Auto aziendale ad uso promiscuo, caratteristiche principali
L’auto aziendale che viene assegnata al dipendente per uso promiscuo rientra nella categoria dei cosiddetti “fringe benefit”, ovvero “compensi in natura” (non c’è un’erogazione di denaro, ma di compensi concessi sotto forma di beni o servizi).
La concessione a uso promiscuo non deve essere confusa con l’assegnazione dell’auto aziendale al dipendente per utilizzi strettamente legati all’attività professionale. In questo caso si configura infatti un’altra fattispecie, ovvero quella del bene strumentale attribuito per un esclusivo interesse del datore di lavoro; quindi non vi può essere un uso dedicato a scopi privati.
Per quanto riguarda i vari costi connessi all’utilizzo, sono a carico dell’azienda quelli relativi all’acquisto (o al noleggio o al leasing), alla manutenzione, all’assicurazione e alla tassa di circolazione (bollo auto).
Spese per il carburante
Nel caso delle auto ad uso promiscuo, le spese sostenute per i rifornimenti di carburante sono divise tra dipendente e datore di lavoro, prendendo come riferimento specifiche tabelle ACI.
Va precisato comunque che qualora l’azienda abbia concesso buoni carburante al dipendente come ulteriore misura di welfare, il dipendente ha l’opportunità di ammortizzare le spese sostenute per i rifornimenti.
Novità auto aziendali per il 2025
Vi sono novità in arrivo per quanto riguarda l’imponibilità dell’auto ad uso promiscuo. Dal 1° gennaio 2025 il fringe benefit sarà calcolato percentualmente sull’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15.000 km, sulla base dei costi chilometrici di esercizio derivanti dalle tabelle ACI, con esclusione degli importi eventualmente detratti dal dipendente, ma nelle misure seguenti di tassazione:
- 10% per i veicoli a trazione esclusivamente elettrica;
- 20% per i veicoli elettrici ibridi plug-in
- 50% per i veicoli con altre alimentazioni.
Si ricorda che attualmente, fino al 31 dicembre 2024, la soglia di defiscalizzazione relativa ai fringe benefit arriva fino a 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti, soglia che è innalzata a 2.000 euro nel caso dei lavoratori dipendenti con figli a carico (ivi compresi quelli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti, i figli adottivi e affidati secondo le condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del TUIR).
Leggi anche:
→ Tutte le news su FLOTTE e AUTO AZIENDALI
→ Cosa ne pensi? Fai un salto sulla discussioni sul FORUM!