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Ferrari e la truffa dall’intelligenza artificiale con voce clonata

Ferrari è stata vittima di un tentativo di frode, fortunatamente schivata. I truffatori hanno utilizzato prima la messaggistica di WhatsApp e successivamente una telefonata con voce dell'AD Ferrari, Benedetto Vigna, ricostruita con l'intelligenza artificiale. Ecco tutti i dettagli e come difendersi da certi fenomeno del "deepfake".

Un tentativo di frode contro la Ferrari fortunatamente è stato sventato. I malfattori hanno prima utilizzato i messaggi su WhatsApp e successivamente anche una telefonata da una voce ricostruita dall’intelligenza artificiale con la tecnica che in gergo viena chiamato “deepfake”.

La truffa alla Ferrari, ecco cosa è successo

Il tentativo di truffa contro la Ferrari è andato fallito grazie all’intuito del dirigente della stessa casa automobilistica di Maranello. In particolare è stato utilizzato un metodo per cercare di ingannare la Ferrari: la tecnica del deepfake. Quest’ultima, grazie all’intelligenza artificiale, permette in pratica di copiare immagini e suoni in tempo reale. Ciò che è successo risulta essere davvero incredibile: un gruppo di truffatori ha utilizzato in software deepfake per impersonare la voce dell’amministratore delegato della Ferrari Benedetto Vigna. Usando questa voce creata artificialmente, hanno contattato il dirigente della casa automobilistica per convincerlo ad effettuare un grosso pagamento.

Logo Ferrari
Logo Ferrari

Truffa con messaggi WhatsApp alla Ferrari

Il primo messaggio ricevuto dal dirigente su WhatsApp è stato il seguente:

Ehi, hai sentito della grande acquisizione che stiamo per fare? Preparati che potrei aver bisogno di te“.

Fortunatamente, l’uomo ha immediatamente avvertito il pericolo: il numero di cellulare infatti era diverso, come anche la foto del profilo non era la solita – nonostante si trattasse di un’immagine che ritraeva Vigna con un outfit elegante vicino all’iconico logo del Cavallino Rampante -.

La conversazione proseguiva su WhatsApp con Vegna che scriveva:

…La parte legale ha preparato l’accordo per chiudere l’operazione…le autorità di mercato e la Borsa sono già state informate…stai pronto e massima discrezione…“.

Il finto Benedetto Vigna ha successivamente telefonato al dirigente, spiegandogli che il numero di cellulare era insolito perché bisognava parlare in maniera indiscreta dato che il caso in questione era caratterizzato da aspetti delicati, ad esempio, che riguardavano la Cina.

La telefonata con voce finta clonata dell’Amministratore delegato

Ma si intuiva nella telefonata una specie di voce impostata e “robotica”, cosa che ha subito fatto nascere dei sospetti da parte del dirigente. Quest’ultimo per tentare di inchiodare i truffatori ha fatto subito una domanda, la cui risposta era conosciuta solo dal dirigente stesso e da Vigna. Il direttore infatti ha posto la seguente questione:

Scusa Benedetto, ma devo essere certo che sia tu. Qual è il libro che mi hai consigliato pochi giorni fa?”.

A questo quesito, però, non è seguita una risposta poiché la chiamata è stata interrotta bruscamente. In ogni caso, il quotidiano “Repubblica” ha reso noto che Ferrari ha già avviato un’indagine interna per fare chiarezza, limitandosi a confermare quanto successo senza ulteriori commenti. Repubblica ha poi sostenuto che: “La morale della storia è che questi episodi stanno diventando frequenti, mirano sempre più in alto e nessuna azienda è più al sicuro”.

Deepfake cosa è e come proteggersi

Come accennato poc’anzi, il “deepfake” è una tecnica basata sull’intelligenza artificiale, che consente di creare video o voci molto realistici di persone. Nel caso della Ferrari, i truffatori sono riusciti a riprodurre quasi perfettamente la voce di Vigna. Inoltre hanno anche utilizzato tecniche di ingegneria sociale per rendere la truffa più credibile. Ad esempio, hanno simulato un’emergenza chiedendo al dirigente di agire rapidamente.

Ferrari truffa, come difendersi dal Deepfake
Ferrari truffa, come difendersi dal Deepfake

Il suddetto caso dimostra il pericolo che corrono le grandi aziende per via di questo tipo di minacce. La tecnologia Deepfake sta diventando sempre più accessibile a tutti, rendendo più difficile distinguere il vero dal falso. Al di là delle perdite finanziarie, le frodi tramite il deepfake possono danneggiare seriamente la reputazione di un’azienda. Nasce dunque la necessità di adottare nuove misure di sicurezza che le aziende devono assolutamente implementare al fine di proteggersi da queste tipologie di pericoli. Ad esempio, possono essere utilizzati sistemi di autenticazione a più fattori o tecnologie di rilevamento dei deepfake.

Ma come possiamo fare per proteggerci dal fenomeno del deepfake? Come individui, anche noi possiamo fare qualcosa per proteggerci:

  • Fare attenzione alle comunicazioni sospette: quando riceviamo una richiesta inaspettata, soprattutto se riguarda denaro, è importante verificare l’identità del mittente prima di agire.
  • Familiarizzare con le nuove tecnologie: conoscere le potenzialità e i rischi di tecnologie, come Deepfake, ci aiuta ad essere più consapevoli e maggiormente capaci di proteggerci.
  • Diffondere la consapevolezza: parlare con amici e familiari di questi problemi può aiutare ad aumentare la consapevolezza collettiva.

In conclusione, la truffa Ferrari è un campanello d’allarme. La tecnologia Deepfake rappresenta una nuova sfida per la sicurezza informatica e per la società in generale. Tale sfida deve essere affrontata con determinazione e devono essere sviluppate nuove soluzioni per proteggerci da queste minacce.






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