Ricetrasmittenti, radio CB, le più diffuse di uso libero

Scopriamo quali sono le ricetrasmittenti, le radio CB che si possono usare liberamente a bordo delle auto e dei fuoristrada, senza pagare la tassa, precedentemente prevista dall’articolo 145 del Codice delle Comunicazioni elettroniche. L’imposta per ricetrasmittenti infatti è stata abrogata con il Decreto Semplificazioni del 16 luglio 2020 in Gazzetta Ufficiale: fino al 2021 per utilizzare una radio CB (omologata) era necessario pagare una tassa annuale di 12 euro.

Nello specifico non pagano più i 12 euro gli apparati CB e PMR 446. Il nuovo decreto ha abrogato anche gli articoli 127 e 145 (commi 3 e 4) che imponevano l’obbligo da parte dei possessori di radio CB e PMR 446 di segnalarne il possesso all’Ispettorato per le Comunicazioni Regionale. Questo tipo di radio, oltre che in auto, viene impiegata anche in ampie aree private su mezzi da cantiere o per la logistica.

Radio CB, PMR, LPD, caratteristiche ricestrasmittenti 

Attenzione, le ricetrasmittenti non sono tutte uguali, ne esistono diverse: CB veicolare con antenna fissa sul veicolo; CB Portatile con antenna (gommino) montata sulla radio; PMR; LPD; PMR/LPD e Radio VHF/UHF (Radio per uso amatoriale).

Le tre tipologie di ricetrasmittenti CB, PMR, LPD, anche se a volte esteticamente potrebbero essere simili, tecnicamente non hanno molto in comune, iniziando dalle frequenze in uso, le quali sono differenti per ogni tipologia sopraelencata.

Questo vuol dire che le tre tipologie di radio non comunicano tra di loro, perché viaggiano su frequenze diverse. Prendiamo per esempio il canale 2 nei diversi apparati, come possiamo vedere nella tabella sottostante:

Quale radio ricetrasmittente usare in auto?

Quale ricetrasmittente usare? La risposta non è semplice e neanche immediata; la scelta può dipendere da vari fattori: economici, tecnici, pratici, estetici ed in ultimo ma non meno importante, per non rimanere escluso dalle comunicazioni, bisognerà orientarsi sulla tipologia di radio già utilizzata dal resto del gruppo. La soluzione è quella di averle tutte?

Radio CB, le più diffuse ricetrasmittenti

Le radio CB, ricetrasmittenti sono sicuramente quelle più diffuse per l’uso veicolare sia perché se ne trovano molte anche usate (visto il loro largo utilizzo negli anni ’80 -’90 ), sia perché hanno delle caratteristiche tecniche che permettono di avere comunicazioni con interlocutori anche a diversi chilometri di distanza. Le radio CB si dividono in due categorie CB veicolari e CB portatili.

Entrambe le tipologie hanno sicuramente (parliamo di radio omologate e non troppo datate) 40 canali, AM/FM, e la possibilità di installare un’antenna sul veicolo.

Radio PMR e LPD portatili/ walkie talkie

Le ricetrasmittenti PMR e LPD invece sono quelle radio portatili/ walkie talkie usate maggiormente da: cacciatori, pescatori e amanti delle passeggiate in montagna. I pro sono le piccole dimensioni e l’uso portatile, i contro invece sono rappresentati dalla bassa potenza (coprono piccole distanze) e dalla presenza dell’antenna fissa (pertanto non si può mettere un’antenna più grande o sull’auto).

Esistono radio portatili che hanno sia i canali PMR che i canali LPD, ad esempio il comunissimo Midland G7 PRO. Questo modello è uno dei pochi, ma non l’unico che permette di avere sia i canali PMR che gli LPD in un dispositivo. Logicamente si dovrà specificare quale tipo di canale scegliere al momento dell’uso con le altre persone.

Radio CB, uso libero, la tassa è stata eliminata

Il Decreto Semplificazioni del 16 luglio 2020 ha eliminato la tassa sulle radio ricetrasmittenti di debole potenza per uso personale e dilettantistico, denominata anche tassa CB. Il decreto in questione si è espresso così: “Con l’art. 38, comma 1, lett. g) del citato decreto legge n. 76 viene soppresso l’obbligo di rendere la dichiarazione, agli Ispettorati Territoriali del MISE, di cui all’art. 145 del codice delle comunicazioni per gli apparati in banda cittadina – CB e assimilati (apparati PMR 446 sono assimilati agli apparati CB) e pertanto sono abrogati i commi 3 e 4 del medesimo art. 145. È inoltre abrogato il comma 2 dell’art. 37 dell’allegato 25 al codice. Per effetto delle predette disposizioni non risulta più dovuto il versamento del contributo annuo di euro 12,00 previsto dalle normative interessate dalle modifiche in argomento”.

(L’articolo è di Gabriele Vecchiotti)

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