Auto elettriche evoluzione, batterie, posti di lavoro e Cina
Transizione verde, da qui al 2035 tutto sulle auto elettriche che in questo momento favoriscono la Cina. Quale sarà il futuro della mobilità elettrica in Europa ed in Italia?
Transizione verde sempre più diffusa. Secondo l’International Journal of Thermofluids nel 2030 ci saranno in circolazione 125 milioni di auto elettriche nel mondo. Ed entro quella data saranno 11 milioni le tonnellate di batterie agli ioni di litio esaurite che andranno al macero. Sono nove i Centri per il recupero dei materiali delle batterie in Europa, ma nessuno in Italia. Ma proprio l’Europa rischia di perdere la guerra dell’elettricità non per colpa della Russia, ma per le posizioni diverse di Francia e Germania. Oggi il mercato dell’elettricità procede sullo stesso binario di quello del gas, ma Parigi tifa per il nucleare e Berlino teme per l’industria.
Auto elettriche in Europa, diffusione
In Italia la quota di mercato delle auto con la spina si aggira sul 4% contro il 79% in Norvegia, il 33% in Svezia e il 21% in Germania. Discutibile la decisione del Parlamento europeo (340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti) di bocciare, dal 2035, le vendite di auto diesel e benzina (deroga per le supercar). Provvedimento che dovrà essere ratificato dal Consiglio Ue e che riguarda la produzione dei nuovi automezzi e non quelli già in circolazione. Questo per rispettare il programma Fit for 55 per ridurre l’impatto ambientale e puntare all’azzeramento di emissioni di CO2. Intanto è prevista una politica di incentivi all’acquisto di auto con la spina o ibride, ma sono a rischio numerosi posti di lavoro.
Toyota scommette sulle batterie elettriche. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato Koji Sato che dal primo aprile sarà il nuovo responsabile del brand nipponico. “Il nostro obiettivo è quello di vendere 3,5 milioni di auto elettriche entro il 2030 e a Lexus, il nostro marchio di lusso, toccherà concentrarsi su nuove tecnologie per produrre veicoli ad emissioni zero”.
Auto elettriche e posti di lavoro
Intanto Ford sta tagliando 3.800 posti di lavoro in Europa (2.200 in Germania nelle fabbriche di Colonia ed Aquisgrana e 1300 in Gran Bretagna): lo ha reso noto il Ceo Jim Farley. “Le misure annunciate evidenziano che il portafoglio sarà più piccolo e più elettrico in modo da aprire la strada ad un futuro sostenibile e redditizio” – ha spiegato Martin Sander, manager di Ford Germania.
Lo ha rivelato il quotidiano tedesco Tagesschau, precisando che si tratta di una scelta determinata dalla volontà di trasferire lo sviluppo di alcuni modelli negli Stati Uniti. Nella delicata transizione industriale dal motore endotermico a quello elettrico, Ford punta a sfruttare gli incentivi del governo americano previsti dalla legge Inflation Reduction Act che mette a disposizione bonus per l’acquisto di vetture prodotte negli States.
Auto elettriche, vendite in Italia?
Ma l’innesto di auto elettriche richiede dispendiose infrastrutture: in Italia, al 31 dicembre 2022, risultavano attivati 36.772 punti di ricarica, oltre metà dei quali al Nord.
In gennaio in Italia sono state immatricolate il 26,7% di vetture mild hybrid, il 26,5% a benzina, il 19% diesel, il 10% ibride, il 4,7% ibride plug-in e il 2,5% di elettriche. Non va dimenticato che l’Italia è ultima in Europa per le immatricolazioni di auto elettriche in rapporto alla popolazione: le più vendute la Fiat 500e, Smart Fortwo, Renault Twingo, Tesla Model Y e Volkswagen ID.3. Con il passaggio all’elettrico, secondo lo studio Clepa, nel nostro Paese da qui al 2040 si perderanno 60 mila posti di lavoro e 276 mila in Europa.
Il governo italiano ha stanziato 630 milioni di euro di Ecobonus di cui 190 milioni per veicoli con emissioni nella fascia 0-20 gr di anidride carbonica per km (elettrici), 235 milioni per veicoli con emissioni nella fascia 21-60 grammi (ibridi plug-in), 150 milioni per veicoli con emissioni comprese nella fascia 61-135 grammi ed ancora 5 milioni per ciclomotori.
Stellantis ha annunciato che costruirà a Termoli una giga-factory da 40 Gigawattora, operativa dal 2026, ed ancora realizzerà un Centro per il ricircolo di accumulatori a Mirafiori.
Auto elettriche e batterie dominio Cina
Ad avvantaggiarsi è la Cina. Tra le big che producono celle per auto elettriche emerge CATL, che detiene il 32,6% del mercato con azioni in Borsa di circa 59 euro realizzando una crescita triennale del + 1.150%. Dietro a CATL ci sono LG Energy, Panasonic, BYD e Samsung SDI. CATL ha aumentato la produzione a Ningde, passata nel giro di pochi anni da cittadina di pescatori a centro nevralgico per la produzione di batterie, e sta valutando l’apertura di una fabbrica in Europa a Berlino vicino alla Gigafactory di Tesla.
La stragrande maggioranza delle batterie è agli ioni di litio e dipendono dalla presenza al loro interno dal cobalto, minerale che proviene per il 63% dalle miniere del Congo, sotto accusa per lo sfruttamento del lavoro minorile.
Questi metalli rari sono una delle ragioni per cui il prezzo delle batterie rimane alto. La Cina produce il 69% delle batterie agli ioni di litio. Le stime della britannica Bemchmark Mineral Intelligence dicono che anche l’80% dei materiali grezzi proviene da aziende cinesi.
Non deve meravigliare che la Cina sia il più grande mercato per l’auto con la spina con il 70%. Il più grande produttore è però un’azienda coreana, la LG Chem (che dispone di numerosi impianti in Cina) fornitore di Tesla e di altri marchi mondiali. Non deve sorprendere quindi che Mercedes, Honda, Hyundai, Nissan, Toyota e Volkswagen, i principali brand di auto elettriche, hanno stipulato un contratto con CATL.
Auto elettriche cinesi in Europa
Per opporsi a questa dittatura, la Commissione Europea ha lanciato l’European Battery Alliance per sviluppare batterie costruite solo in Europa. Secondo il sito Voice of America la fornitura globale di batterie così sbilanciata a favore della Cina potrebbe diventare una questione di sicurezza nazionale per Washington. Intanto si è appreso che sono in arrivo in Italia modelli di auto cinesi: da Aiways U6 a Maxus Mifa 9 e poi ancora BYD Atto3 e Chery Omoda 5, Pininfarina VinFast VF 8 e VF9.
Ed ancora si parla di altri modelli elettrici in arrivo: Audi Q8 e Q6 e-tron, Bmw iX2, Cadillac Lyriq, Cupra Tavascan, Dacia Spring, Fisker Ocean, Genesis GV70, Honda e:NY1, Hyundai Kona electric, Ioniq 5N, Ioniq 7, Jeep Recon, Kia EV9, Lexus RZ, UX 300 e, Lotus Eletre, Maserati Grecale Folgore, Mercedes EQE SUV, EQS SUV, Mini Countryman SE, Mini Aceman, Polestar 3 e 5, Rivian R1S, Soda Elorq, smart # 1, SsangYong Korando, Torres, Tesla Model X, Toyota bZ4X, Volvo EX 30 e EX90.
Critiche all’auto elettrica
Per Romano Prodi, ex presidente della Commissione Ue, i vantaggi saranno solo per Usa e Pechino. Anche per Alberto Bombassei, presidente emerito di Brembo, le perplessità di Prodi sono tutte condivisibili aggiungendo che per perseguire gli obiettivi della riduzione delle emissioni di CO2 occorre l’innovazione.
A condividere le perplessità di Prodi è anche Federico Visentin, presidente di Federmeccanica. “Piuttosto che produrre le macchine con la spina a basso costo in Cina ed importarle da noi perché non costruirle da noi”. La cinese Byd (Build Your Dreams) intanto ha annunciato che in primavera aprirà a Milano una filiale italiana affidata a Gianmaria Adamo dopo che al Salone di Parigi ha lanciato tre veicoli elettrici tra cui due Suv.
Per Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, “abbiamo il parco auto circolante più vecchio d’Europa con 3,5 milioni di vetture Euro 0. Occorre gradualità perché è inimmaginabile che tanti italiani abbiano la possibilità di cambiare auto e di acquistarne una elettrica senza un percorso graduale”.
Strategie case auto tra elettrico e termico
Ma molti brand accelerano nel reclamizzare l’auto elettrica, da Mercedes che con 2 modelli EQE 350 Advanced ed EQS Suv 450 AMG Line (in listino ha un prezzo di 142.570 euro) ha attraversato 6 Paesi europei, da Milano ad Oslo, su un tracciato di 2.200 km senza intoppi nelle operazioni di ricarica. In autunno Toyota venderà la bZ4X a trazione integrale e autonomia di 450 km. Una Toyota che ha annunciato per i prossimi tre anni 15 modelli elettrici. Per Giuseppe Bitti nr uno di Kia Italia: “le elettriche sono la nuova sfida e proporremo 14 novità”. Geely è un gruppo cinese in espansione: ha acquistato la Volvo Cars, la malese Proton, è azionista per il 9,69% di Mercedes Group, dà una mano anche a Renault.
Luca de Meo, Ceo di Renault ha annunciato di avere concordato con Geely una partnership per sviluppare le tecnologie dei motori a combustione ed ibridi. Anche il Ceo di Opel, Florian Huettl, vuole essere protagonista sulla strada dell’elettrico, con prezzi accessibili. Solo elettriche per Jaguar già dal 2025.
E ancora Bmw, Volkswagen, Jeep, Stellantis (con Fiat), ed altri ancora. Intanto è nata una partnership strategica fra Koelliker e Pininfarina per disegnare una nuova esperienza cliente. “Il futuro parte dalle persone – ha spiegato il Ceo Marco Saltalamacchia – ed è da loro che vogliamo farci ispirare per definire un nuovo sistema di mobilità, sempre più sostenibile a livello economico, sociale e ambientale con i marchi Mitsubishi, Maxus, Wuzheng, Maxus, SsangYong, Evum, B-On”.
Di sicuro nei prossimi anni ci sarà un allineamento dei prezzi delle auto elettriche con quelle termiche ed una battaglia in corso contro lo STOP dal 2035 per i motori termici intrapresa dall’Italia, Germania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia e Portogallo.
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