Auto connessa e vulnerabilità hacker russi
Le vetture elettriche di nuovo sotto attacco. Le Tesla sono state già hackerate, ma il rischio si fa sempre più grande anche per tutti gli altri possessori di auto connesse vista la grande attività degli hacker russi
Si torna a parlare di hacker in questi giorni con un nuovo allarme per l’Italia a causa degli hacker russi che hanno lanciato, lunedì 30 maggio, un vero e proprio attacco informatico mirato contro le istituzioni italiane.
In realtà non è successo nulla. Si è registrato un malfunzionamento ai servizi on line delle Poste Italiane, ricondotto però ad un problema tecnico, e la mancata raggiungibilità del sito del Quirinale per qualche minuto dovuta ad “down tecnico per prepararsi all’attacco” come ufficializzato.
Hacker contro Tesla
Con l’occasione ricordiamo la storia dell’hacker che aveva violato i sistemi informatici della Tesla. Tempo fa un giovane “nerd” aveva hackerato il sistema delle vetture Tesla, mettendo in panico l’azienda e i suoi proprietari. Lui è David Colombo e dirige una start up di Cybersecurity ed era riuscito ad entrare nel software di 20 delle vetture della fabbrica di Elon Musk, la Tesla.
Hacker contro Tesla cos’è successo?
Dopo aver bucato il sistema, l’hacker ha compiuto il secondo passo avvertendo i proprietari delle auto violate, via mail. Dopo l’inganno anche la beffa! Grazie ad un altro bug dell’azienda, Colombo ha recuperato i contatti dei clienti e li ha avvisati del problema, riscontrato nello specifico sulle API (Application Programming Interface) utilizzate per collegarsi all’auto.
In questo caso il Boss Elon Musk si era già messo al lavoro cercando di “coprire” e aggiustare le falle scovate, così da non perdere una fetta di reputazione e di guadagni. Non sono russi quindi gli hacker che hanno minacciato Tesla.
Il premio all’hacker
Le grandi aziende americane, che siano informatiche o di altro genere, in questi casi danno una sorta di ricompensa al genio che ha scoperto la falla, facendo risparmiare molto tempo e denaro alle stesse. Insomma premiamo l’hacker! Ed è proprio questo a cui mirava il giovane diciannovenne che aveva hackerato le Tesla. Dopo aver avvertito gli addetti ai lavori di Tesla, David Colombo ha richiesto a Musk un premio, minacciando e facendo intuire che se non lo avesse ricevuto sarebbero potuti sorgere dei problemi. Non sappiamo come sia finita, se abbia ricevuto il premio o una bella denuncia.
Auto connessa e vulnerabilità hacker
Tutta questa elettronica e tecnologia è un bene oppure no per le nostre vetture? Questi tentativi di violazione accadono da parecchi anni. Le nuove tecnologie digitali e internet a cui tutti sono collegati hanno apportato non solo benefici. Ci sono anche aspetti negativi legati alla sicurezza con le polizie postali che non riescono a tenere il passo dei numerosi crimini e molte volte senza successo.
Ora che le auto sono sempre più connesse e gli hacker trovano terreno fertile anche sulla mobilità a quattro ruote.
Cosa fanno gli hacker, attacchi Ddos
Durante questo periodo di guerra gli attacchi registrati sono stati più di tipo Ddos (Distributed denial of service) con l’intento di bloccare siti e servizi rendendoli inutilizzabili. In pratica, l’hacker invia un’enorme quantità di richieste al sito web che il server non è in grado di gestire e quindi smette di funzionare.
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