Transizione energetica, che cos’è, a che punto siamo
Che cos’è, perché è così importate il passaggio dell'uso di energia ricavata da fonti fossili verso quella proveniente dalle rinnovabili come eolico, solare e idrico. A che punto siamo oggi?
La transizione energetica è un processo già in atto. Prima di analizzare cosa vuol dire “transizione energetica” dobbiamo considerare quello che ci aspetta, ovvero uno stravolgimento del nostro modo di approcciare ai consumi. Secondo esperti se non accorciamo le distanze verso questo cambiamento, il prezzo da pagare sarà troppo alto per la salute del nostro pianeta. La transizione energetica non riguarda solo la mobilità ma anche l’industria ed i consumi in generale. La transizione energetica è una sfida, un traguardo arduo ma raggiungibile grazie alla ricerca che naviga veloce verso questo target. Vediamo ora cosa è, a cosa server e perché.
Transizione energetica che cos’è
Ma che cos’è la transizione energetica? In breve, possiamo definire “transizione energetica” come il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili (combustibili fossili, carburanti e derivati dal petrolio) a fonti rinnovabili come il solare, l’eolico, l’idrico e molto altro. La transizione energetica fa parte di una più estesa transizione globale verso un’economia sostenibile che passa non solo attraverso l’uso di energie rinnovabili ma anche attraverso l’adozione di tecniche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile.
Transizione energetica a cosa serve e perché
La necessità di questa transizione non è figlia della carenza di risorse energetiche di origine fossile, anzi queste sono ancora abbondanti e sufficienti per oltre un secolo per quanto è noto oggi, ma bensì serve alla salute del pianeta. L’utilizzo intensivo di risorse fossili e la bassa efficienza non solo nel consumo (anzi questo è estremamente affinato in Europa) ma anche nelle filosofie d’impiego stanno portando il nostro pianeta ad ammalarsi.
Il sintomo più evidente è il riscaldamento globale o se vogliamo essere più precisi effetto serra antropico, che si somma all’effetto serra naturale. A partire dalla rivoluzione industriale l’uomo ha riversato nell’atmosfera milioni di tonnellate di CO2 che ha accentuato l’effetto serra. Senza entrare in particolari, l’effetto serra ha portato all’aumento della temperatura media del pianeta che sta causando fenomeni climatici sempre più violenti ed improvvisi, oltre che al ritiro dei ghiacciai, dai poli fino alle vette delle montagne più alte.
Se non fermiamo questo meccanismo, prima che sia troppo tardi, rischiamo di arrivare al punto di non ritorno, dove un ulteriore aumento della temperatura ed i cambiamenti climatici saranno irreversibili. Ma la transizione energetica è solo una faccia dell’impegno tecnologico che l’uomo sta spendendo per migliorare la qualità e della vita e la propria salute.
Transizione energetica Europa Green Deal
L’Europa è la porta bandiera mondiale della transizione energetica (che ricordiamo è parte di un ben più ampio piano) ed ha sancito il suo impegno verso un futuro green attraverso il Green Deal, un patto che raccoglie un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea con l’obiettivo finale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.
Il passo intermedio, verso l’obiettivo finale, sarà la riduzione del 50% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE entro il 2030 e del 55% rispetto ai livelli del 1990.
Transizione energetica e “Accordo di Parigi” COP21
Ricordiamo anche che nel dicembre 2015 a Parigi nella COP21 è stato firmato un accordo internazionale fissando l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale della terra al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali entro la fine di questo secolo. L’attuazione materiale del piano avverrà attraverso la revisione di ogni legge vigente in materia di clima e l’introduzione di nuove leggi inerenti all’economia circolare, la ristrutturazione degli edifici, la biodiversità, l’agricoltura, l’innovazione e la mobilità.
Naturalmente se è vero che l’Europa ed i paesi occidentali ed industrializzati si stanno impegnando a perseguire questi nobili obiettivi, come sancito dagli Accordo di Parigi, è anche vero che non tutti gli Stati nel mondo hanno aderito a patti di riduzione delle emissioni, quindi impegni e sforzi sono differenziali. Non è escluso che nei prossimi decenni non vi sia un allineamento a livello globale in materia.
Transizione energetica e le auto elettriche
L’effetto più evidente della transizione energetica è il cambiamento che sta avvenendo nel settore della mobilità, Oramai, in ogni categoria di trasporti dalle grandi navi alle moto, passando per le auto la rivoluzione elettrica sta avendo la meglio. In particolare l’auto sarà la pioniera della transizione.
Dopo la decisione dell’Europa di dimezzare le emissioni entro il 2030 si è aperta la strada per un mercato auto completamente elettrico. In Italia entro quella data dovranno circolare almeno 6 milioni di veicoli a emissioni ridotte o nulle, ripartiti tra 4 mln di EV e 2 mln di PHEV. Ad oggi la transizione sta avvenendo gradualmente, grazie agli incentivi che favoriscono l’acquisto di auto perlopiù ibride e in secondo piano elettriche.
Negli ultimi 3 anni la vendita di auto elettriche sono in forte crescita. Resta però il neo dei rifornimenti. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede l’istallazione per i prossimi anni di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada oltre a 13.755 punti di ricarica rapida nei centri urbani e la costruzione di 100 stazioni di ricarica sperimentali, alimentate con tecnologie di stoccaggio dell’energia (come l’idrogeno). Resta però ancora un’utopia una rete capillare che copra anche le aeree più remote.
Batterie e autonomia auto elettriche vs transizione energetica
Per quanto riguarda le batterie invece lo scoglio è l’autonomia ed i tempi di ricarica, ma i passi fatti negli ultimi tre anni sono stati da giganti. Le autonomie sono salite e non di poco e i tempi di rifornimento, presso le colonnine di ricarica rapida permettono, per molte vetture, di ricaricare l’80% della batteria nel giro di mezz’ora.
Anche il ciclo vitale delle batterie è oggetto di miglioramenti continui. Pensate che ad oggi una batteria per auto, dopo aver prestato servizio per 7 o 8 anni circa, viene reimmessa sul mercato come accumulatore per i sistemi fotovoltaici di piccole dimensioni, rendendole utilizzabili per altri 10 anni.
Concludono poi il loro ciclo vitale, dopo oltre 20 anni, con il riciclo per recuperarne i metalli preziosi al suo interno. Il futuro promette bene e già oggi gli studi sulle batterie per aumentare l’autonomia e ridurne i tempi di ricarica sono ad uno stadio avanzato, favoriti dal materiale del futuro, il grafene.
Se sei arrivato fin qui in fondo avrai capito che per raggiungere questo obiettivo bisogna puntare sulla transizione energetica.
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