Bite dentale in auto, atleti e piloti lo usano, perché e come funziona
Il bite dentale è utilizzato anche da atleti e piloti. Per quest'ultimi c'è il Race Bite che migliora le prestazioni di chi è alla guida di un'auto da corsa. Com'è fatto, come funziona lo strumento che aiuta a migliorare i tempi sul giro ma utile anche all'automobilista nei lunghi viaggi
Per correggere il digrignamento notturno (bruxismo) si ricorre dal dentista che realizza appositi Bite dentali, una soluzione tecnica che inserita in bocca tra i denti soprattutto di notte durante il sonno consente alla muscolatura masticatoria di rilassarsi e contemporaneamente si assiste all’attenuazione o scomparsa dei fastidiosi sintomi come cefalee, cervicalgie, vertigini e acufeni.
Bite dentale, perché lo usano atleti e piloti “Race Bite”
Il bite dentale viene utilizzato dagli atleti ma anche dai piloti in pista durante le corse. L’ideatore del “Race Bite” per i piloti è Pietro D’Agostino, Medico specialista in Odontoiatria. Il “Race Bite” dentale è capace di migliorare le prestazioni di un pilota. Si tratta di un’evoluzione di quelli attualmente in uso, messo a punto con l’intento di garantire un netto salto di qualità in termini di prestazioni, grazie all’uso di procedure, attrezzature e software dedicati.
I risultati dell’utilizzo del Race Bite, il bite dentale per gli atleti è stato studiato su 9 canottieri, 3 automobilisti e una motociclista dal professor Francesco Felici, dell’Universita’ di Roma Foro Italico, che li ha illustrati al convegno “Odontoiatria aereospaziale e dello sport: approccio multidisciplinare civile e militare“. Il bite dentale ha consentito alla campionessa Letizia Marchetti di apprezzare uno scarto di un secondo-un secondo e mezzo nel giro di pista sul circuito di Vallelunga. Gli atleti del canottaggio hanno guadagnato una barca di vantaggio sui mille metri.
Cosa succede ai denti mentre si guida
Cosa succede ai denti mentre si guida? Un pilota quando guida varia continuamente il battito cardiaco e la respirazione (fa le curve anche in apnea!). Inoltre, digrigna i denti involontariamente; la mandibola applica sull’arcata dentale forze di svariate decine di chili e attiva una serie di muscoli facciali in primis, ma anche lungo il collo, la colonna vertebrale, con ripercussioni niente affatto trascurabili anche sugli arti.
Il pilota che guida in pista è un atleta sotto sforzo mentale e fisico. Dopo circa 20 minuti di guida si abbassa il rendimento del pilota e, più passa il tempo, più il calo delle performance si amplifica. Tutto ciò vale anche due o tre decimi al giro e questo è già dimostrato dalla letteratura scientifica.
Per tale motivo i piloti professionisti si allenano scrupolosamente, seguendo precisi programmi di lavoro. Ma non basta, ci sono piloti che a fine gara sono “freschi” e capaci di stampare il giro veloce, mentre altri perdono due o tre posizioni perché i tempi su giro sono peggiorati in modo evidente.
Bite dentale per i piloti di auto e moto
Oltre alla preparazione fisica in palestra e alla dieta, un eccellente contributo può essere dato sia migliorando il comfort del pilota (posizione ottimale di guida) sia e soprattutto evitando che possa disperdere inutilmente energie fisiche (che poi diventano anche mentali perché fanno calare la concentrazione!).
Il Bite dentale è lo strumento ideale per evitare sprechi, fa migliorare il comfort e risparmiare energie a chi guida, giro dopo giro!
Come è fatto un bite dentale
Alcuni piloti di auto e moto già usano il Bite ma è di tipo “standard”; si tratta di un “semplice” calco della dentatura che ha lo scopo di migliorare il comfort. Il problema è che stabilizza la situazione “staticamente” (proprio perché è realizzato “a riposo”) e corregge solo parzialmente gli atteggiamenti dannosi o gli squilibri che il pilota assume involontariamente durante la fase dinamica e stressante della guida!
L’idea del Dott. D’Agostino si basa su due strategie di fondo: utilizzare un Bite più preciso ma non meno confortevole che però sia realizzato con informazioni acquisite prima staticamente (con attrezzature e metodi assai più sofisticati di quelli in uso) e poi dinamicamente, cioè nelle reali condizioni di guida mentre il pilota è sotto sforzo!
Race Bite, come funziona il bite dentale per i piloti
Il pilota viene monitorato mentre guida con un sistema di acquisizione dati sulle arcate dentali e, in alcune fasi dello studio, anche in abbinamento con un elettromiografo che registra l’attività dei muscoli facciali. In questo modo è possibile quantificare lo sforzo del pilota in “kg forza”, ma anche stabilire con precisione come, dove e quando ciò avviene.
A prescindere dal pilota cavia, abbiamo riscontrato picchi molto elevati in particolari zone dell’arcata dentale (che variano un po’ a seconda del punto della pista, frenata, curve, accelerazioni, varianti e via dicendo) che spostano il “baricentro” degli sforzi davanti/dietro e sinistra/destra.
Con l’innovativo Bite realizzato “dinamicamente”, in pratica si fa “l’assetto pista” alla bocca! Si distribuiscono più uniformemente le spinte, dunque si abbassano drasticamente i picchi di forza e si “stabilizza” il baricentro nella posizione ideale.
Nella fase preliminare di ricerca, quella che D’Agostino ha effettuato insieme a Elaborare, i dati ottenuti parlano di un miglioramento nella dispersione di energia fisica/nervosa che raggiunge il 40-70%, secondo il pilota. Come dire che se il pilota fa uno sforzo aggiuntivo (e inutile) alla guida, valutato 1.000 kg nell’unità di tempo, questo si riduce a 600 kg o anche meno; ciò accade giro dopo giro, per gare che possono anche durare o una due ore!
Bite Race test in pista, conclusioni sul bite dentale in auto
In pista il pilota con Bite Race ha ottenuto i miglioramenti più evidenti con picchi di “risparmio” fino al 70%! Ciò è dovuto a maggiori problemi di occlusione dentale (una chiusura mandibolare meno equilibrata).
Da sottolineare che la non perfetta chiusura mandibolare è talmente comune da rappresentare quasi la normalità, poiché sono pochi gli uomini che hanno un “assetto dentale” già messo perfettamente a punto da Madre Natura…
I risultati nel test in pista sono dunque molto incoraggianti, sia perché hanno funzionato le due metodologie di lavoro diverse, sia perché abbiamo ottenuto questi risultati con pochi giri di pista… e sappiamo per certo che più lo sforzo della guida viene prolungato, maggiori sono i benefici ottenuti col Bite!
Il bite dentale potrebbe essere anche una soluzione da adottare mentre si è molte ore alla guida per lunghi viaggi e aiutare a combattere anche stanchezza e sonno.
“Sono appassionato di corse di auto e andando a farne alcune con la mia ho notato che lo sforzo mi portava ad assumere una posizione particolare, serrando la mandibola, e così è nata l’idea di un bite apposito, che ora è stato testato. Sono contento che la mia osservazione abbia avuto una validazione” conclude l’ideatore, l’odontoiatra Pietro D’agostino
L’articolo completo sul Race Bite scritto da Piero Plini lo puoi trovare sul magazine ELABORARE n°156 ordinabile on line.
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