8 marzo Festa della Donna, le pilote più forti al volante
“Donne e motori, gioie e dolori”, “Chi dice donna dice danno” e chi più stereotipi ha più ne metta. Donzelle, diciamoci la verità, quante volte abbiamo sentito recitare questi proverbi e ne siamo rimaste amareggiate? Eppure le cose non stanno esattamente così…
La Festa della Donna, celebrata l’8 marzo di ogni anno, ha origini storiche legate alla lotta per i diritti delle donne e alla promozione della parità di genere. Non si dovrebbe parlare di Festa della donna ma più correttamente di “Giornata internazionale della donna”, poiché più che una festa dovrebbe essere una riflessione; una giornata nella quale ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia soprattutto le violenze e discriminazioni a cui le donne sono costantemente sottoposte.
La Festa della Donna è una celebrazione che si tiene in Italia dal 1922, mentre negli Stati Uniti d’America dal 1909. Vediamo perché si festeggia questa data ricorrente e scopriamo anche quali sono le donne pilote di automobili più famose della storia.
8 marzo, cosa era accaduto
L’8 marzo 1908, a New York, un gruppo di operaie tessili manifestò contro le pessime condizioni di lavoro e i bassi salari. Questa manifestazione si trasformò in una tragedia quando le lavoratrici furono rinchiuse all’interno della fabbrica e l’edificio prese fuoco, causando la morte di molte di loro. Negli anni successivi, questa data divenne simbolo della lotta delle donne per i propri diritti.
Nel corso del tempo, la giornata dell’8 marzo è stata adottata in tutto il mondo come momento per riflettere sulle conquiste ottenute dalle donne e per riaffermare l’impegno nella lotta per la parità di genere, inclusione sociale ed economica delle donne, nonché per commemorare le vittime della violenza di genere.
Oggi, l’8 marzo è celebrato in molte nazioni con eventi, manifestazioni, conferenze e altre iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi che ancora affliggono le donne in tutto il mondo e per promuovere azioni concrete per migliorare le loro condizioni di vita.
Donne pilote di auto più forti in pista
La maggior parte delle volte una donna che desidera approcciarsi al mondo dell’auto non è tenuta nella giusta considerazione, anzi addirittura viene derisa. Ma le storie delle pilote protagoniste raccontano un’altra verità. Sono tante le figure femminili che, grazie alla loro tenacia e capacità, hanno scritto un importante pezzo di storia nel mondo dell’Automotive e del Motorsport.
In occasione dell’8 marzo, festa della donna, ripercorriamo la carriera di alcune delle personalità più influenti nel mondo dei motori che, in virtù della loro perseveranza, hanno contribuito ad elevare il ruolo del gentil sesso nel mondo del Motorsport, dimostrandosi egualmente capaci al pari dei colleghi maschi.
Donne e motori, le origini da Bertha Benz
La pioniera per eccellenza nel mondo dell’auto è sicuramente Bertha Benz, moglie e socia in affari di Karl Benz, l’inventore dell’automobile. Nel 1888 è stata la prima persona al mondo a guidare un veicolo a 4 ruote percorrendo 100 km e, per questo, venne inserita nell’Automotive Hall of Fame.
Pochi anni più tardi, nel 1899, la moglie di Adam Opel, Sophie Opel, avvia l’azienda per la produzione di macchine che guidò per 18 anni.
Colei che invece aprì la strada al gentil sesso nel mondo delle gare automobilistiche fu Elisabeth Junek, considerata ancora oggi una delle donne più veloci del Motorsport e l’unica nella storia ad aver vinto un evento del Grand Prix a bordo della Bugatti Type 30 del marito Vincenc Junek. Ha partecipato anche alla Targa Florio in Sicilia e ha vinto al Nürburgring in Germania.
Maria Teresa de Filippis
Tra le donne che hanno segnato dei primati nel mondo dei motori ci sono anche delle nostre compatriote. Maria Teresa de Filippis, scomparsa nel 2016, è stata la prima a qualificarsi per un GP di Formula 1. A 20 anni disputò la sua prima gara, il Giro di Sicilia del 1948, a bordo di una Fiat 1100 S insieme al fratello Antonio.
Purtroppo per un problema meccanico dovettero ritirarsi. Nel 1950 ci riprovò al volante di una Urania-BMW Spider e, dopo aver corso per 11 ore sotto una pioggia incessante, concluse la gara al 4° posto per poi essere squalificata perché alla partenza la sua vettura era stata messa in moto a spinta.
Questo fatto provocò molta indignazione perché, nonostante l’organizzazione avesse già deciso di squalificarla alla partenza, le concesse comunque di partecipare facendole macinare più di mille chilometri in avverse condizioni atmosferiche.
Successivamente nel 1958 esordì in Formula 1 con la Maserati 250 F iscrivendosi a cinque GP validi per il Mondiale. Al GP di Francia la sua iscrizione non venne accettata. Il motivo? Perché era una donna!!! La sua carriera si concluse nel 1959 dopo la morte dell’amico Jean Behra.
Ad oggi è la sola che sia riuscita a schierarsi alla partenza della Formula 1 seguita da un’altra italiana, Maria Grazia “Lella” Lombardi.
Maria Grazia “Lella” Lombardi
“Lella” Lombardi inizia la sua carriera sui Kart nel 1965 per poi intraprendere una lunga gavetta nelle formule minori. Nel 1974 esordì in Formula 1 in occasione del GP di Gran Bretagna al volante di una Brabham BT42 del team Allied Polymer Group, ma non si qualificò per la gara.
Nel 1975 partecipò a 12 gare su 14 del Mondiale a bordo di una March Ford Cosworth e sul circuito sudafricano di Kyalami riuscì a classificarsi arrivando 26esima. Ma è durante il GP di Spagna che il Motorsport consacra la Lombardi tra i migliori piloti di F1; fu la prima e unica donna a conquistare punti in F1. La sua carriera ha ispirato un documentario intitolato “Beyond Driven”.
Dopo di lei altre tre donne tentarono di gareggiare in Formula 1, ma nessuna passò la fase di qualificazione: l’ultima che ci andò molto vicino fu ancora un’italiana, Giovanna Amati.
Giovanna Amati
Giovanna Amati, nel 1992, debuttò in F1 sulla Brabham. Non possiamo dimenticare poi Maria de Villota, la sfortunata pilotessa spagnola che ha pagato a caro prezzo la sua passione per le auto. Protagonista di un assurdo incidente nell’estate del 2012 durante una sessione di prove private del team Marussia all’Aeroporto di Duxford, in Gran Bretagna, riportò lesioni devastanti sul volto.
Le conseguenze immediate furono la perdita di un occhio, dell’olfatto e della sensibilità epidermica sul lato destro della testa: morì l’anno successivo nel sonno in un albergo di Siviglia, a causa del danno neurologico subito dodici mesi prima.
Vicky Piria
È l’unica italiana selezionata tra 54 pilotesse esordienti ad aver partecipato al campionato monomarca con auto a ruote scoperte “W Series”: Vicky Piria, classe 1993, ha iniziato la sua carriera da pilota a 10 anni con i kart. Nel 2010 debutta nella Formula Abarth con la Tatuus FA010, nel 2012 gareggia in GP3 e l’anno successivo in Euroformula Open con la squadra BVM Racing alla guida della Dallara F312. Nel 2019 passa le selezioni per la W Series, classificandosi al nono posto per la squadra Hitech Grand Prix con la Tatuus F3 T-318 motorizzata Alfa Romeo.
Vicky Piria è anche un volto della TV. Nel 2021 è stata scelta da Mediaset come commentatrice sportiva per le gare del Campionato mondiale di Formula E 2020-2021, venendo poi confermata per la stagione successiva. Inoltre, ha partecipato come tester e collaudatore al programma televisivo Drive Up su Italia 1. Dal 2024 ha sostituito, insieme a Davide Camicioli, Federica Masolin e Davide Valsecchi a Sky Sport F1 per la conduzione degli appuntamenti della Formula 1.
Le donne dell’Iron Dames Team
Dalle ruote scoperte passiamo a quelle coperte con l’ingresso per la prima volta nella storia della European Le Mans Series di un team tutto al femminile, le Iron Dames. Il progetto, gestito da Iron Lynx e patrocinato dalla FIA, nasce dalla passione per le auto di Deborah Mayer, pilota francese, nonché dal suo desiderio di promuovere la figura della donna nel Motorsport.
Protagoniste del team le “dame di ferro”, l’italiana Manuela Gostner, la danese Michelle Gatting e la svizzera Rahel Frey, che a bordo di una Ferrari 488 GTE sono riuscite a dimostrare il loro talento in alcune gare di endurance estremamente competitive come European Le Mans Series e Michelin Le Mans Cup, dove hanno conquistato il podio a Monza e al Paul Ricard, posizionandosi anche nella Top Ten della 24 Ore di Le Mans 2020 nella categoria GT AM.
La loro storia ha ispirato una web series su youtube “Racing Beyond Limits”, che racconta la vita privata e le emozioni alla guida delle Drivers e di tutti quelli che hanno reso possibile l’avverarsi di questo sogno.
Elena Zaniol
Le donne sono protagoniste anche nel drifting. Il campionato Europeo “King of Europe” prevede anche una categoria femminile dove troviamo due connazionali che hanno dimostrato grande tenacia e abilità, arrivando molto vicine alle campionesse europee plurititolate.
La giovane Elena Zaniol, laureata in Biologia e da sempre amante delle vetture sportive grazie al padre che le ha trasmesso questa passione, quando non indossa il camice da lavoro la troverete presso la sede del Team Daba ad allenarsi con la sua Nissan 350Z da 600 CV. Il 2019 è stato l’anno del suo debutto ufficiale sulle piste da drift nel campionato italiano “Drift King Italy” e nel campionato europeo “King of Europe”.
Nives Arvetti
Un’altra italiana che a Modena non ha potuto qualificarsi per problemi alla vettura è la mantovana Nives Arvetti. Da sempre appassionata di motori, Nives si avvicina alla disciplina del drifting nel 2015 entrando nel team Pattuglia Acrobatica 75 dove è rimasta per tre anni. Ha cominciato subito ad allenarsi sfruttando gli eventi ai quali partecipava il team, imparando anche qualche acrobazia durante alcuni Stunt Shows.
Grazie alla sua determinazione e costanza, ha imparato velocemente le tecniche del drifting e nel 2017 ha acquistato la sua amata BMW M3 3.0 con la quale si è lanciata immediatamente nelle gare di campionato europeo drift, ottenendo ottimi risultati e qualificandosi tra i maschietti nella Top 16 nel campionato “King of Europe Drift Pro2 Series”.
Tamara Molinaro
Anche nei rally ci sono molte donne, sia come co-pilote che come pilotesse. Classe 1997, Tamara Molinaro è forse una tra le più giovani pilote di Rally che ha iniziato a guidare le auto da corsa ancor prima di prendere la patente. Nel 2018 ha debuttato anche nel WRC al Rally di Svezia con una Ford Fiesta R5 della G. Car Sport, una vettura mai usata da nessuna donna.
Sophia Flörsch
Un’altra giovane promessa dell’automobilismo è la tedesca Sophia Flörsch. La sua carriera inizia nel 2005 con i kart, partecipando a diversi campionati europei tra il 2008 e il 2014. Nel 2015 ottiene due vittorie e due podi in una corsa monomarca inglese, il Ginetta Junior Championship. Due anni più tardi esordisce nel Campionato ADAC di Formula 4 mettendo a segno due punti e nel 2018 debutta in Formula 3 in occasione del Campionato Europeo. Purtroppo la diciottenne è stata anche protagonista di uno spettacolare incidente nel corso del GP di Macao.
Sophia ha tamponato violentemente la monoposto di Jehan Daruvala, perdendo il controllo della sua vettura e scontrandosi contro quella del giapponese Sho Tsuboi che le ha fatto da trampolino. Un volo alla velocità di oltre 270 km/h finito con uno schianto terribile contro la torretta per poi cadere sullo spazio destinato ai commissari di gara.
Nell’incidente ha riportato una frattura alle vertebre ed è stata subito sottoposta ad un’operazione di 11 ore. Grazie alla sua forza di volontà e al duro lavoro di recupero, Sophia ha potuto tornare in Formula 3 l’anno successivo e ora corre con il team Campos Racing.
Susie Wolff
Dopo la breve esperienza di Giovanna Amati, nessun’altra donna è riuscita a partecipare ad una gara di Formula 1. L’unica che ne ebbe l’opportunità al di fuori di eventi promozionali o test privati è stata Susie Wolff con la Williams, nel corso delle prove libere del venerdì. La Wolff ha dimostrato il suo talento alla guida sin dai primi esordi con i Kart all’età di 13 anni.
Danica Patrick
Un’altra pilotessa che ha riscosso un grande successo nelle competizioni automobilistiche americane è la bellissima Danica Patrick. È stata l’unica donna a vincere una gara della IndyCar Series, la Indy Japan 300 nel 2008, e il suo curriculum sportivo vanta i migliori risultati nella 500 Miglia di Indianapolis e nella Daytona 500, compiendo una serie di giri al comando in entrambe le competizioni.
Michèle Mouton
Poche altre sono riuscite ad aggiudicarsi simili risultati nel Motorsport, ma una in particolare si è distinta quanto a forza, tenacia e coraggio: Michèle Mouton. Francese di nascita, la Mouton non ha scritto solo la storia nel mondo dei rally, ma ha anche rivoluzionato completamente questo sport fortemente dominato dagli uomini.
La sua carriera prende il via nei primi anni ‘70 come navigatrice, ma ben presto cambia sedile partecipando alla 24 Ore di Le Mans. Nel 1984 e 1985 trionfò nella Pikes Peak International Hill Climb negli USA alla guida dell’Audi Sport quattro, stabilendo anche il record del tracciato.
Nel 1986 passò alla squadra Peugeot Talbot Sport Deutschland, vincendo il campionato tedesco rally con la Peugeot 205 Turbo 16. Nonostante gli ottimi risultati conseguiti, quell’anno segnò la fine della sua carriera agonistica nel Motorsport. Durante la prova speciale in discesa del Tour de Corse, la Lancia Delta S4 guidata da Henri Toivonen, navigato dall’italiano Sergio Cresto, uscì di strada incendiandosi. Per l’equipaggio non ci fu scampo. A seguito dell’incidente mortale la FIA decise di abolire le vetture di Gruppo B e la Mouton scelse di ritirarsi dal mondo delle competizioni.
Oggi Michèle è dirigente della Federazione Internazionale dell’Automobile nonché capo della commissione FIA Women in Motorsport.
Michela Cerruti
Al suo fianco nel ruolo di portavoce per l’Italia c’è Michela Cerruti, ex pilota e ora Direttore Generale di Romeo Ferraris. La sua carriera nel mondo del Motorsport è cominciata a 18 anni quando il padre Aldo le fece seguire un corso di guida sicura con Mario Ferraris che, sorpreso dalla tenacia di Michela e dal suo istinto naturale nel controllo dell’auto, convinse il padre a farla correre.
La sua carriera è stata brillante tanto da essere considerata la più forte pilota donna italiana, nel 2012 viene inserita dalla celebre rivista inglese Badger GP tra le 5 donne più veloci del mondo. Inoltre durante la produzione del film italiano “Veloce come il Vento”, Michela ha affiancato la giovanissima attrice Matilda De Angelis come tutor d’eccezione, aiutandola a rendere la sua interpretazione più vicina alla realtà.
Valentina Albanese
Un’altra italiana con una passione innata per i motori è Valentina Albanese, che ha coltivato il suo amore per le macchine in autonomia non avendo una tradizione familiare alle spalle come spesso accade alla stragrande maggioranza dei piloti. A 19 anni partecipa ad un corso di guida sicura organizzato da una rivista di motori rivolto a 100 donne, entrando nella rosa delle 10 più veloci per poi diventare l’unica vincitrice. Nel 1996 debutta a Misano nella Citroën Saxo Cup e nel 2001 porta a casa la sua prima vittoria nella Smart Cup Italia.
Quell’anno ha anche partecipato alle sue prime gare nella Volkswagen Fun Cup fino al 2008, quando comincia la sua partnership con Seat in occasione del Campionato Italiano Turismo Endurance alla guida di una Seat Leon TDI diesel.
La rivista Autosprint l’ha premiata con il Casco d’Oro sia nel 2010 che nel 2015 come miglior pilota donna. Per molti anni la Albanese è stata pilota e collaudatrice per Seat fino a quando, dopo il ritiro dall’attività agonistica nel 2015, Porsche le ha offerto la possibilità di diventare capo del reparto Motorsport in Porsche Italia; un ruolo che Valentina ha accettato senza esitazioni lasciando il suo incarico di Brand Ambassador per Seat.
Carlotta Fedeli
Classe 1992, la giovane Carlotta Fedeli ha la benzina che le scorre nelle vene dalla nascita. Suo padre infatti è stato pilota di moto e suo fratello segue le orme nel motocross, mentre Carlotta viene indirizzata alle 4 ruote. Ha iniziato la sua carriera motoristica nel 2007 con le prime esperienze nel mondo del karting in categoria 100. Nel 2008 passa alla classe 125 e si qualifica anche per le finali mondiali dimostrando di avere talento da vendere.
Ma il suo vero e proprio debutto avviene nel 2010 con la Seat Leon nel CITS, ottenendo un sesto posto assoluto e primo di categoria. Nonostante la partecipazione ad altri campionati turismo, è al volante del brand spagnolo che Carlotta progredisce fino ad arrivare alle selezioni per la W Series. Dalle esperienze nella Cupra Cup a quelle nel campionato aperto alle Seat Ibiza (in cui nel 2015 ha dominato nella classe Junior), fino alla Seat Leon Cup in cui si è confermata come uno dei principali protagonisti nel biennio 2016-2017.
Jutta Kleinschmidt
Un’altra donna che ha scritto la storia nelle competizioni automobilistiche è l’ex pilota tedesca Jutta Kleinschmidt. In seguito all’esordio nei rally raid africani con le moto nel 1995 passò alle 4 ruote diventando la prima donna a vincere la Parigi-Dakar nel 2001 al volante di una Mitsubishi Pajero. La Kleinschmidt ha disputato la Dakar fino al 2007, partecipando anche con altre vetture come la Volkswagen Touareg e la BMW X3.
Nel 2008 prese parte alla 24 Ore del Nürburgring vincendo nella classe S2 a bordo di una BMW 330d condivisa con i suoi compagni di squadra Thomas Haider, Rainer Kutsch e Marc Hiltscher. Oggi è Presidente della Cross Country Rally Commission.
Donne co-pilote, meccanico, ingegnere, giornaliste
Ovviamente ci sarebbero altre donne che meriterebbero di essere menzionate. Dalle co-pilote alle collaudatrici, dalle meccaniche agli ingegneri, dalle manager alle giornaliste, sono veramente tante le donne che ricoprono un ruolo importante nel mondo dei motori. Questo articolo vuole rendere omaggio anche a loro che lottano ogni giorno con grande determinazione per raggiungere i loro obiettivi.
Foto donne pilote famose nel motorsport
Potrebbe interessarti (anzi te lo consiglio)
→ Auto per le donne, consigli per acquisti femminili
→ Tutte le notizie in cui parlato di donne!
→ Storie belle ed interessanti dal mondo dell’auto
→ Donna meccanico, quote rosa in officina
→ Questo è un estratto dell’articolo pubblicato integralmente sul magazine ELABORARE 267 marzo-aprile 2021 ORDINALO QUI 👇
→ Cosa ne pensi? Fai un salto sulla discussioni sul FORUM!