Sciopero benzinai a gennaio 2023, orari
I benzinai revocano la seconda giornata di sciopero, che termina alle 19.00 del 25 gennaio 2023.
I benzinai revocano il secondo giorno di sciopero, in programma dal 25 al 26 gennaio 2023. La protesta è durata solo 24 ore. La Fegica e la Figisc, al termine dell’ultimo incontro con il Ministero del Made Italy e delle Imprese hanno deciso di revocare il secondo giorno dello sciopero, allineandosi alla scelta annunciata già dalla Faib Confesercenti. Le associazioni hanno protestato contro il decreto carburanti trasparenza.
⛽ Sciopero benzinai 24 e 25 gennaio 2023
Lo sciopero dei benzinai su tutta la rete italiana è iniziato alle 19.00 del 24 gennaio ed è terminato alle 19.00 del 25 gennaio 2023. La protesta, indetta dalle sigle Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, è durata solo 24 ore.
Lo stop ha riguardato tutte le stazioni di servizio, comprese quelle self service. Le sigle hanno assicurato i servizi minimi essenziali.
Sciopero benzinai gennaio 2023, perché?
I benzinai italiani hanno indetto lo sciopero di gennaio 2023 contro la decisione del Governo Meloni che obbliga i distributori ad esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti, a fianco a quello effettivamente praticato (in vigore dal 15 gennaio). E soprattutto perché si sono sentiti chiamati in causa come responsabili dell’aumento dei carburanti.
Nella loro protesta i benzinai hanno chiesto di rivedere il decreto specialmente nella parte che li obbliga ad esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello praticato dal distributore.
Nel decreto iniziale sono previste sanzioni per i trasgressori, tra cui la chiusura dell’impianto fino a 90 giorni.
App prezzi carburanti Governo
In occasione del tavolo di confronto con i benzinai, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha istituito un app gratuita dove gli automobilisti possono conoscere il prezzo medio regionale e, con la geolocalizzazione, anche quello praticato da ciascun distributore nel perimetro desiderato.
Inoltre tra le modifiche apportate viene stabilito che l’obbligo di comunicazione sarà settimanale (e non più giornaliero) e ad ogni variazione del prezzo. La chiusura per omessa comunicazione avverrà solo dopo 4 omesse comunicazioni settimanali nell’arco di 60 giorni (e non più dopo tre violazioni senza limiti temporali anche non consecutivi).
L’eventuale chiusura potrà essere decisa da 1 a 30 giorni (prima la previsione era da 7 a 90 giorni). Le sanzioni per omessa comunicazione andranno da un minimo di 200 a un massimo di 800 euro, a seconda del fatturato dell’impianto (prima raggiungevano i 6.000 euro).
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