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Posti di lavoro a rischio, industria dell’auto in crisi per CO2 ed auto elettriche?

Il mondo dell’auto è alle prese con una pesante crisi economica anche causata dal repentino passaggio alle motorizzazioni elettriche. Tavares n.1 di PSA lancia l’allarme, serve più tempo per la transizione energetica. A rischio 14 milioni posti di lavoro del settore automotive

La mobilità elettrica sembra la soluzione a tutti i mali del pianeta ma in realtà sta rischiando di trasformarsi da bella favola ad una profonda crisi che potrebbe portarsi dietro la perdita di milioni di posti di lavoro. Tutti i produttori auto per adeguarsi alle rigide norme sulla CO2 hanno inserito nella propria gamma auto più o meno elettrificate e l’hanno dovuto fare in fretta nonostante il Covid-19. La previsione ed il grido dell’allarme arriva da un personaggio illustre ovvero dal Presidente del gruppo francese Groupe PSA, Carlos Tavares, in un’intervista al quotidiano Le Journal du Dimanche.

Industria dell’auto in crisi, colpa multe CO2 e veicoli elettrici?

Neanche la pandemia mondiale e la crisi economica conseguente hanno messo minimamente in discussione le multe sulla CO2, a carico delle case auto che dal 2020 non sono in regola con la media dei 95 g/km di CO2. Una vera e propria spada di Damocle che ha costretto l’industria dell’auto a progettare modelli 100% elettrici, ibridi e ibridi plug-in.

I costruttori hanno per questo quasi tutti in gamma veicoli green con l’obiettivo di ridurre nell’immediato la famigerata media di CO2 prodotta.

Polestar 2 in ricarica
Le auto elettriche ora servono ai marchi auto a ridurre la loro media di CO2

Queste automobili dotate di motorizzazioni elettriche 100% o ibride costano mediamente di più delle tradizionali con motore termico e non tutti possono permettersele, nonostante un abbattimento dovuto ai bonus e gli incentivi statali. Insomma si tratta di veicoli “green” per lo più destinati ad una élite di automobilisti sensibili all’ambiente ma anche con disponibilità economica “maggiorata” e disponibili anche a qualche sacrificio per via delle autonomie e tempi di ricarica.

Auto elettriche, costano più care si vendono meno

Nonostante i proclami trionfalistici in Italia le auto elettriche rappresentano poco più del 2,1% del mercato auto. Anche in Europa e nella virtuosa Germania tali alimentazioni arrivano solo al 5,8%.
Ricordiamo che tra le auto più vendute c’è sempre la Fiat Panda che si porta a casa con meno di 10.000 euro. Per un’auto elettrica medio piccola bisogna aggiungere almeno altri 5/6.000 euro per arrivare ad un prezzo di acquisto minimo di 15/18.000 euro grazie agli incentivi.
Insomma le auto elettriche hanno un costo maggiore ed è difficile equiparare gli stessi volumi: se ne vendono meno.

Il conto salato dell’auto elettrica all’industria automobilistica

La corsa all’elettrico con la transizione energetica in atto e lo spettro delle multe portano così in dote un conto salatissimo a carico dell’industria automobilistica. I costruttori per restare in piedi hanno uno solo obiettivo, fare volumi e vendere autoveicoli. Se ciò viene meno incontreranno crescenti problemi economici che si riverseranno sui lavoratori con tagli e riduzione anche del personale, l’anello debole di questa catena.

Vendite auto in Europa
Le auto elettriche sono ancora una quota minoritaria nel mercato auto

Le ipotesi peggiori ci dicono che l’elettrico presto potrebbe far saltare il banco ed i conti di molti brand. Si parla addirittura di una perdita stimata di 14 milioni di posti di lavoro in tutta Europa entro il 2030.

Tavares e l’allarme: “a rischio 14 milioni di posti di lavoro”

La previsione ed il grido dell’allarme è arrivato anche dal Presidente del gruppo francese Groupe PSA, Carlos Tavares, in un’intervista al quotidiano Le Journal du Dimanche.

Carlos Tavares, Presidente del Direttorio di Groupe PSA
Carlos Tavares, Presidente del Direttorio di Groupe PSA

Il n.1 del marchio francese, che ricordiamo presto accoglierà anche i marchi FCA sotto l’insegna Stellantis ritiene che la riduzione dell’occupazione nell’industria auto sarà legata alle esigenze ambientali dell’UE. “Ci saranno riduzioni di cassa da qui al 2030”.

Nell’intervista Tavares indica ed analizza la “profonda e brutale mutazione” che subirà il settore in cui lavorano 14 milioni di persone in Europa. Si prospetta un vero bagno di sangue con milioni di posti di lavoro che vanno in fumo, proprio quando si erano appena ripresi dall’ultima ondata di ristrutturazioni che è stata necessaria intraprendere a causa della crisi che aveva colpito il settore negli scorsi anni.

Transizione energetica, serve più tempo e gradualità

La politica e l’Unione Europea hanno l’obbligo di ascoltare il mondo dell’auto. Tavares nell’intervista indica la strada maestra chiedendo più tempo per intraprendere tutte le trasformazioni tecnologiche previste per il passaggio alla mobilità elettrica.

Tavares a tal proposito ricorda che si deve procedere per gradi perché l’automobile è un settore a lungo termine: “Bisogna sequenziare bene le tecnologie nel tempo: elettricità a breve termine e poi idrogeno – spiega il n.1 di PSA – con l’auto elettrica ci è stata imposta una tecnologia che ha un prezzo al di là della portata della maggior parte della classe media”.

Assemblaggio Volkswagen ID.3 nel sito di Zwickau
A rischio 14 milioni di posti di lavoro nell’industria dell’auto

Tavares conclude la sua intervista ricordando che tra la pandemia e il passaggio alle auto ibride ed elettriche, al momento siamo di fronte ad un mercato auto instabile ed a questa instabilità del mercato si aggiunge anche la pressione della lobby anti-automobile che in nome di un fanatismo green non riesce a guardare oltre la punta del proprio naso.

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