Nuovo contratto rider bocciato dal Ministero del Lavoro e sindacati
Contratto collettivo firmato da Ugl e Assodelivery è bocciato dal Ministero del Lavoro: "Infrange la legge". “Contratto capestro” per sindacati e reti dei rider.
È durato solo un giorno l’entusiasmo per la firma del primo “contratto collettivo europeo” per il lavoro di rider presentato dal sindacato Ugl e AssoDelivery, l’associazione che rappresenta le piattaforme digitali (APP) della consegna del cibo a domicilio Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e Uber Eats.
Cosa promette il nuovo contratto rider
Il contratto rider firmato dal sindacato Ugl e AssoDelivery prevede un compenso minimo di 10 euro per ogni ora lavorata, indennità integrative pari al 10%, 15% e 20% in caso di lavoro notturno, festività e maltempo. C’è un premio di 600 euro ogni duemila consegne.
Cgil, Cisl e Uil e la rete dei rider auto-organizzati RiderXiDiritti avevano subito commentato negativamente l’iniziativa. Dopo poco più di 24 ore è arrivata anche la bocciatura finale da parte del Ministero del Lavoro.
Perché il contratto rider non è buono
Secondo i fattorini autorganizzati di RiderXidiritti che unisce Deliverance Milano, Riders Union Bologna, Riders Union Roma e Riders per Napoli – Pirate Union, prima di tutto: “È stato firmato un accordo pirata con un sindacato di comodo”.
Solo nei primi 4 mesi dall’apertura del servizio presso una nuova città è previsto un incentivo orario di 7 euro (anche senza chiamate). C’è poi l’impegno a sostituire casco e indumenti ogni 1.500 e 4.000 consegne. Si parla anche delle coperture assicurative Inail contro gli infortuni anche se sono già previste per legge. Ma allora perché i rider non sono contenti?
Chi sono i rider?
I rider sono i fattorini che lavorano nel settore delle app per le consegne di cibo a domicilio, food delivery, si muovono in moto, in bici o in auto, come hanno sempre fatto tutti i fattorini.
L’unica differenza è che ricevono le commesse sullo smartphone, attraverso un’app, invece che di persona e l’azienda per cui lavorano non ha una sede in cui possono andare (come i corrieri ad esempio). L’azienda è nell’app, sul telefono.
Sono considerati lavoratori autonomi, quindi semplici collaboratori occasionali con la ritenuta d’acconto, perchè si dice che possono lavorare quando e se vogliono.
In realtà, non sono così liberi. Sono costretti dall’algoritmo a rispettare turni e orari. Una questione di ranking, cioè reputazione, del profilo. Chi non garantisce disponibilità “perde punti” e viene chiamato sempre meno, fino alla cancellazione.
? Quanti sono i rider in Italia?
A dicembre 2019 i fattorini del food delivery erano circa 20mila, ma con il lockdown e l’emergenza sanitaria Covid sono diventati oltre 30mila.
? Quanto guadagna un rider?
Dipende dalla piattaforma e da quanti ce ne sono in giro in quel momento, ma essendo aumentati di numero in generale i compensi sono scesi.
In media, un rider guadagna intorno a 3,20 -3,30 euro lordi a consegna (ma c’è anche chi paga 2,40 euro), da cui bisogna togliere la ritenuta d’acconto e l’eventuale costo del carburante ecc.
In uno “slot” di un’ora, riescono a fare 1,5 – 2 consegne in bici, 3 con lo scooter, 2 con l’auto, traffico permettendo e distanze permettendo (varia in base alla città).
Poi, “pagamento per ogni ‘ora lavorata’ significa che viene calcolata solo la durata del tempo di consegna”. Vale a dire che il tempo in cui bisogna essere disponibili e si aspetta di ricevere la chiamata, non è pagato, dunque è sempre un lavoro a cottimo e non a tempo.
? Che vuol dire lavorare a cottimo?
Nel lavoro a cottimo si viene pagati in base al lavoro fatto, anziché in base alla durata del lavoro. In pratica: quanto più produci, tanto più verrai pagato. Questo modo di calcolare i compensi riguarda principalmente il lavoro autonomo.
Per quanto riguarda i dipendenti, invece, in Italia il cottimo non può mai costituire la retribuzione totale, ma solo un’integrazione.
Cgil Cisl e Uil: contratto capestro
Sul contratto rider di Ugl – AssoDelivery, Cgil Cisl e Uil hanno commentato: “Questa è una finta operazione di miglioramento delle condizioni di lavoro dei rider. Il testo riconduce ancora al cottimo l’attività di queste lavoratrici e lavoratori, anche riguardo la fornitura dei dispositivi di protezione individuale.”
La retribuzione, infatti, resta legata al numero di consegne e non all’orario di lavoro e poi dal numero di consegne fatte dipende anche la fornitura di caschi e indumenti di sicurezza.
“Non verranno retribuite malattia, tredicesima, ferie e maternità – proseguono i sindacati confederali – i rider potranno essere licenziati quando avranno raggiunto il tetto retributivo massimo per le collaborazioni occasionali (5 mila euro/anno).”
Contratto raider, la proposta dei sindacati
Cgil, Cisl e Uil, in generale, sostengono che in realtà un contratto collettivo di riferimento ci sarebbe già ed il CCNL Logistica e Trasporti. In pratica chiedono che i fattorini del food delivery vengano riconosciuti come dipendenti, subordinati, e non come autonomi.
C’è anche un tavolo aperto al Ministero del Lavoro per la firma di un contratto nazionale e per individuare eventuali percorsi di ‘adattamento’ alle esigenze delle app, ma è fermo da un po’.
Secondo il “Decreto Rider” del 2019 (Legge 128/2019), però, questo tavolo si scioglierà se entro novembre 2020 non si arriva alla firma di un contratto nazionale.
Cosa vogliono le piattaforme di food delivery?
AssoDelivery rappresenta i datori di lavoro dei fattorini, quindi le piattaforme di food delivery. Il rapporto di lavoro dipendente costa molto di più della collaborazione occasionale.
Se venisse applicato il Contratto Collettivo Nazionale Logistica e Trasporti bisognerebbe alzare le tariffe per i consumatori che usano le app oppure abbassare il guadagno delle aziende.
Perché il Ministero ha bocciato il contratto rider
Secondo l’HuffPost, l’Ufficio legislativo del Ministero del Lavoro ha scritto ad AssoDelivery per bocciare il contratto collettivo rider firmato con Ugl. Secondo la legge non può essere firmato da una sola organizzazione, tra l’altro non rappresentativa.
Inoltre, il contratto Rider sembra “consentire un compenso esclusivamente parametrato sulla base delle consegne effettuabili nel tempo unilateralmente stimato dalla piattaforma, ne risulta una ulteriore potenziale tensione con la norma di legge”.
Infine, “Le disposizioni contrattuali sul compenso potrebbero essere ritenute, anche in sede ispettiva, contra legem e dunque sostituite per norma di legge”. In definitiva, il documento firmato da Ugl e AssoDelivery infrange la legge.
Le reti dei fattorini digitali sui social hanno accolto la notizia con hashtag #RiderBeneChiRiderUltimo. I sindacati confederali, infatti, stanno valutando con gli iscritti e con i loro legali il ricorso alla magistratura.
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