Incidente mortale a Cuneo, fuoristrada Defender finisce nel burrone
Drammatico incidente in fuoristrada su una strada di montagna in alta quota: 5 giovani vittime e 4 sopravvissuti nel ribaltamento di un Defender 90 nel Cuneese. Cosa non ha funzionato e cosa poteva salvare quelle vite. I sistemi di sicurezza come le gabbie di protezione difficilmente omologabili in Italia
Un drammatico incidente mortale è avvenuto su una strada di montagna sterrata in alta quota nel cuneese: il bilancio è drammatico per i 9 occupanti del Land Rover Defender che è finito fuori strada piombando in un burrone: 5 le vittime, tutte giovanissime e 4 sopravvissuti nel ribaltamento del fuoristrada.
Dinamica incidente mortale di Cuneo con il Defender finito nel burrone
Poco dopo la mezzanotte di mercoledì 12 agosto 2020, una serata tra giovanissimi amici “per veder le stelle” nella notte di San Lorenzo si è trasformata in gravissima tragedia. Nella Val Grana, una delle valli del Cuneese, nel Nord Ovest del Piemonte Meridionale, un fuoristrada Land Rover Defender 90 (vecchia serie L316) a tre porte, passo corto, con 9 persone a bordo usciva di strada (sterrata), per motivi ancora da individuare, su una stretta curva a gomito poco sopra il Santuario di Castelmagno (quello del famoso formaggio).
Il pilota e 4 suoi amici sono morti sul colpo perché il veicolo è rotolato per oltre 100 metri sul fianco della stessa strada, a quota superiore ai 1.800 metri, dove ormai gli alberi non esistono, sbalzando fuori tutti gli occupanti. Altri 4 giovani amici, pur gravi, non sarebbero il pericolo di vita.
Chi erano le giovani vittime
Le vittime dell’incidente sono tutte giovanissime: il conducente del Defender da nove posti Marco Appendino (24 anni), i fratelli Nicolò ed Elia Martini (17 e 11 anni), Camilla Bessone (16 anni) e Samuele Gribaudo (14 anni). Ferite in maniera non grave le loro amiche 17enni Chiara e Anna (sorella di Samuele), sono gravi ma non in pericolo di vita Marco (24 anni di Savigliano) e Danilo (17, di Verzuolo), trasferito in codice rosso all’ospedale Santa Croce di Cuneo.
Cosa è successo, le cause dell’incidente
Cosa è successo su quella curva nei pressi del Santuario di Castelmagno? Per quale motivo il conducente ha perso il controllo del fuoristrada Defender finendo nel burrone?
Cause dell’incidente da analizzare per evitarne altri simili
Nel mondo automotive raramente si fa riflessione “tecnica” su questi incidenti, come invece avviene nel settore aeronautico, proprio per evitare nuove tragedie. Ci si concentra sempre con curiosità morbosa solo su nomi, responsabilità, divieti, eccetera.
Nella marcia fuoristrada le cose vanno in modo un po’ diverso e ogni incidente è fonte di utili riflessioni. Nel caso del Defender 90 (L316) siamo in presenza di un dual body (telaio in acciaio e carrozzeria leggera in alluminio) senza alcun roll bar di protezione al ribaltamento.
Anche per questo (e non solo) il Defender 90 serie L316 è stato sostituito dal nuovo modello molto più sicuro (L663 e L851).
Un “volo” di 150 metri, in quota, oltre il limite degli alberi, è comunque quasi senza speranza anche con le moderne carrozzerie monoscocca (come il nuovo Defender L851), o con un dual body specializzato per la montagna (come il Mercedes Classe G). Allora a queste quote occorre anche conoscere la guida fuoristrada che in Italia è lasciata all’esperienza individuale, o peggio di amici non competenti.
Errori di guida, errata valutazione del percorso, verifica di un’avaria meccanica, controlli di omologazione, stato psicofisico del guidatore fanno ora parte del “rito” burocratico, ma resta la tristezza dell’evento, accaduto si di notte, ma in un tratto di strada con buone condizioni del fondo stradale.
Gabbia esterna di protezione, non omologabile in Italia
Una gabbia esterna in acciaio (roll cage – roll-bar) potrebbe essere vitale in questi casi perché evita lo schiacciamento dell’abitacolo: ma purtroppo qui viene alla luce un problema tutto italiano, ovvero l’impossibilità di poter omologare sistemi ed equipaggiamenti di sicurezza aggiuntivi per vie di complicazioni tecnico-burocratiche dei vari Uffici della Motorizzazione Civile a ciò addetti. Se quel Defender fosse stato equipaggiato con una gabbia di sicurezza si sarebbero salvati tutti?
Omologazione della gabbia di sicurezza, SI in Germania (TUV) ma vietata in Italia
Il magazine ElaborarE4x4 ha spesso segnalato queste assurdità burocratiche, suggerendo regolamentazioni più moderne, come esistono nella vicina Germania, ma tutto vano, ed ecco i risultati.
Se una ruota di una vettura “normale” esce in curva dallo sterrato, è molto probabile che si blocchi immediatamente perché il telaio s’appoggia subito sul selciato, vista la modesta luce a terra. I fuoristrada invece possono fare qualche decina di centimetri di troppo, grazie alla loro altezza dal suolo, e quelli con il passo ultracorto, come il Defender 90 (interasse di appunto 90” quando ormai tutta la progettazione moderna consiglia di superare almeno i 100” se non i 110”), s’impennano perché il baricentro alto e il peso motore lo ribaltano quasi immediatamente.
Una gabbia di sicurezza per salvare le vite
I piloti che corrono con le auto in pista e soprattutto quelli in fuoristrada nel trial off-road hanno fatto diventare tutto ciò normale e sicuro grazie alla gabbia protettiva e le cinture a “quattro o cinque punte”, altra assurdità non omologabile sui fuoristrada su asfalto.
Anche la ruota di scorta posta all’esterno (che fa molto avventura) è estremamente pericolosa, anche per altre ragioni tecniche.
Lezioni di guida in fuoristrada, necessarie e vitali per la guida in sicurezza anche in fuoristrada
Oggi il 25% dell’immatricolato è 4×4 e a trazione integrale, eppure non c’è una parola sui manuali di scuola guida riferita a questa tipologia di catena cinematica: sono indispensabili dei corsi di formazione e lezioni di guida in fuoristrada.
Spesso chi si avvicina alla guida in fuoristrada e si avventura su strade di montagna sottovaluta i rischi nell’affrontare i tornanti in sicurezza e come comportarsi in una situazione critica di emergenza o come effettuare una manovra specifica. In alta quota anche i particolari fanno la differenza, come la pedaliera e le scarpe che possono scivolare nel momento critico, sia su un mezzo dotato di cambio meccanico o ancor più automatico.
20 centimetri d’avanzamento di troppo e il veicolo fuoristrada può essere già in crisi. Per non parlare delle condizioni del selciato e la pressione dei pneumatici, con il devastante mito “che è meglio gonfiarle per bene”.
Gli articoli tecnici del magazine specializzato in fuoristrada ElaborarE4x4, leader in Italia, raccontano tutti questi accorgimenti e sono praticamente la sola fonte in edicola di tecnica divulgativa per la della guida fuoristrada sicura: meglio prevenire che curare.
Strade pericolose di montagna senza protezione, l’incidente mortale che coinvolse Beppe Grillo
Una settimana prima, il 6 agosto, sempre nel Piemonte Meridionale, a Limone Piemonte, sulla rinnovata Alta Via del Sale, veniva recuperato il relitto del 4×4 Chevrolet di Beppe Grippo, precipitato in alta quota durante un’escursione in un inverno poco innevato il 7 dicembre 1981.
Il comico riuscì a saltar fuori dal veicolo prima di precipitare, mentre 3 suoi amici rimasero uccisi sul colpo, sbalzati fuori dal veicolo in caduta. Finalmente il relitto è stato recuperato e il tratto di strada sterrata è da anni completamente in sicurezza.
Qui il recupero del relitto del fuoristrada di Beppe Grillo sulla rinnovata Alta Via del Sale e la curva con torrente che 31 anni fa ghiacciò il selciato, provocando l’incidente per un’esitazione di guida del noto comico genovese. Sul N° 75-2020 (in edicola a settembre) di ElaborarE4x4 l’analisi tecnica e i consigli di guida in casi analoghi.
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