Enzo Ferrari, aneddoti e storie da chi l’ha conosciuto (film)
Il 18 febbraio si celebra il compleanno di Enzo Ferrari, nato a Modena 122 anni fa e fondatore dell'omonima casa automobilistica.
Il 14 agosto, vigilia di Ferragosto, la terza più importante festività italiana dopo il Santo Natale e la Pasqua di Resurrezione, ricorre l’anniversario della scomparsa di Enzo Ferrari. Esattamente all’alba del 14 agosto 1988, trentuno anni fa, veniva a mancare all’affetto dei suoi cari il Commendatore. Per sua stessa volontà, la notizia della morte fu tenuta in gran segreto perché aveva dato l’ordine ai suoi cari e ai fidati collaboratori di comunicarla ad esequie avvenute.
Enzo Ferrari storie e aneddoti
Forse fu l’ultimo scherzo del Drake ai giornalisti, non molto amati dallo stesso Ferrari, che, depistati, poterono pubblicare sui media la scioccante notizia solo la mattina del 16 agosto 1988, ovvero due giorni dopo com’era accaduto novanta anni prima in occasione della sua nascita.
Storia di Enzo Ferrari dalla nascita
NATO A MODENA Enzo Ferrari nacque infatti a Modena il 18 febbraio 1898, in una modesta casa alla periferia della città, da Alfredo Ferrari, originario di Carpi e titolare di una piccola fabbrica di carpenteria metallica, e Adalgisa Bisbini, nativa di Forlì. Una bufera di neve, che imperversava in quei giorni, impedì al padre Alfredo di recarsi all’anagrafe per denunciare la nascita del piccolo di casa Ferrari, registrata in municipio con due giorni di ritardo, il 20 febbraio, con i nomi di Enzo, Anselmo, Giuseppe, Maria.
Enzo Ferrari è stato pilota, dirigente sportivo, imprenditore e fondatore della omonima casa automobilistica che con la Scuderia Ferrari, conquistò in Formula 1 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori quando lui era ancora in vita.
Pochi ai funerali di Enzo Ferrari in forma anonima
ERA FERRAGOSTO Alla cerimonia funebre di Ferrari, tenutasi il giorno di Ferragosto nel cimitero di San Cataldo a Modena, parteciparono in pochi.
Oltre alla signora Lina Lardi, al figlio Piero insieme alla moglie Floriana Nalin e alla figlia Antonella, erano presenti il braccio destro del Drake Franco Gozzi, l’ingegner Mauro Forghieri, il carrozziere Sergio Scaglietti, l’amministratore personale ragionier Carlo Benzi, il fidato autista Dino Tagliazucchi, la guardia del corpo Valdemaro Valentini, gli storici capomeccanici Antonio Bellentani e Giulio Borsari.
Benzi con la complicità e l’aiuto dell’allora sindaco di Modena, Alfonsina Rinaldi, era riuscito a svolgere le pratiche necessarie per il funerale in modo anonimo, senza destare alcun sospetto. Ma a piangerlo, una volta che la notizia si venne a sapere e fece velocemente il giro del mondo, non solo la famiglia e chi era vicino a lui, bensì l’universo motoristico mondiale.
Comunicato ufficiale Fiat sulla morte di Enzo Ferrari
Il comunicato ufficiale della Fiat a seguito della morte del Commendatore:
“La Fiat esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Enzo Ferrari. Ciò che lo distingueva da qualsiasi altro personaggio del mondo dell’auto era il suo essere, da sempre, totalmente assorbito dai motori e dalla tecnica. Questo lo rendeva unico. Pioniere in un settore in rapidissima evoluzione, con le sue vetture ha dato un eccezionale contributo allo sport. Le sue grandi capacità imprenditoriali, la sua volontà e la sua tenacia, hanno portato la Ferrari ad affermarsi ovunque, dando uno straordinario apporto all’immagine dell’industria italiana. Un’eredità che certamente la Ferrari porterà avanti secondo la linea del suo fondatore”.
Di seguito lo stato d’animo dei piloti che hanno corso per la Scuderia del Cavallino, interpellati dopo la sua scomparsa, e le espressioni di chi ha conosciuto l’uomo Ferrari:
Juan Manuel Fangio: “Ho sempre avuto buoni rapporti con Enzo. Sebbene non ci siamo incontrati spesso, è stato sempre cordiale con me. Ho sempre avuto un profondo rispetto per Ferrari per quello che ha fatto. E’ stato un uomo che ha avuto grandi meriti. È un esempio per il mondo. Ed è per questo che propongo gli venga eretto un monumento”.
John Surtees: “Aveva un carattere difficile, è vero. Ma non serbo rancore: chi sa fare e ottenere quello che ha fatto e ottenuto Ferrari, ha diritto di avere un carattere non sempre accomodante. Ferrari era il centro di un piccolo regno totalmente dedito alla creazione delle macchine che lui voleva, e ne ha prodotte veramente di sensazionali”.
Carlos Reutemann: “I nostri rapporti non sono stati né romantici né rosei perché quando ho cominciato a correre per la Ferrari c’erano molti problemi: stavamo sperimentando le gomme Michelin e c’era da lottare contro la Lotus di Andretti. Nonostante l’opinione di Ferrari sul sottoscritto non sia delle migliori, in genere ho un buon ricordo di lui. E in particolare penso sempre alla prima volta che l’ho visto a, a Maranello, nel 1973, per correre una Ferrari Sport”.
Innes Ireland, pilota britannico: “Ferrari è e resterà una leggenda. Non era facile avere rapporti con lui, per via di quella sua personalità aggressiva, perfino dittatoriale. Ma sapeva che macchine voleva, e come farle costruire. Era spietato eppure, a modo suo, sentimentale. L’ultima volta che l’ho visto, un anno fa, mi parlò della recente scomparsa del suo amico Cortese, il primo pilota ad aver portato la Ferrari alla vittoria. La voce cominciò a tremargli, gli vennero le lacrime agli occhi e tacque per alcuni istanti. Poi si ricompose e riprese a parlare”.
Froilan Gonzales: “Don Enzo ha avuto verso di me una speciale attenzione poiché sono stato il suo primo pilota a portare in trionfo una Ferrari nel Gran Premio d’Inghilterra nel 1951. Don Enzo aveva un carattere molto forte. Un perfezionista che resterà nella storia dell’automobilismo perché è riuscito a salvare la scuderia dopo la Seconda guerra mondiale, in un momento in cui in Europa non c’erano soldi. Ad ogni modo Ferrari era cosciente che la morte era vicina perché lo scorso anno, quando ci siamo visti per l’ultima volta, era commosso come non mai e mi disse che probabilmente non ci saremmo più incontrati”.
John Barnard, progettista Formula Uno: “E’ molto triste la scomparsa di Enzo Ferrari, un’eminenza dell’automobilismo. Il suo nome rimane nei cuori dei veri appassionati”.
Niki Lauda: “Con il Drake è scomparsa la più grande personalità che mi sia capitato di avvicinare. Col suo carisma ha animato una macchina che vive perché c’è Enzo Ferrari dietro. Lascia vivere la sua macchina, e tutto il mondo conosce una Ferrari. Quando lo chiedo a mio figlio, di sette anni, sa che la Ferrari è una macchina. Questo è possibile solo perché c’è lui dietro”.
Gerard Berger: “Ferrari è uno di quegli uomini che non si dimenticano facilmente. Per me aver guidato una delle sue macchine è stato ed è motivo di orgoglio. Devo dire che quando mi venne prospettata questa eventualità, risposi di sì, rifiutando altre offerte, magari più vantaggiose, perché attratto dal mito del personaggio, più che dalle sue macchine. E credo che la stessa cosa sia accaduta a tanti altri piloti prima di me”.
Patrick Tambay: “Ora pilotare una Ferrari da corsa senza Enzo Ferrari non sarà più lo stesso, perché la cosa più importante era guidare per il signor Ferrari”.
Clay Regazzoni: “Con la scomparsa di Enzo Ferrari l’automobilismo moderno ha perso l’ultimo pioniere, un personaggio eroico. Ormai il mondo della Formula Uno è dominio di manager e diventa giorno dopo giorno più industrializzato. Non so cosa farà la Scuderia Ferrari dopo questa grossa perdita; di sicuro mancherà un punto di riferimento prezioso”.
Jean Marie Balestre, presidente FISA (Federazione Internazionale Sport Automobilistico): “La Formula Uno non sarà più come in passato. Lo sport è in lutto. La figura leggendaria delle auto da corsa è sparita. Nulla, nelle corse, potrà essere come prima”.
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