Motore a pistoni opposti, la storia di Fiat e Piaggio
Il motore a cilindri e pistoni contrapposti ha una lunga storia: anche Piaggio e Fiat si cimentarono in questa avventura.
Il motore a 2 tempi a pistoni opposti di cui abbiamo parlato recentemente con Achates fu sviluppato agli inizi del secolo scorso dalla tedesca Junkers per applicazioni navali e aeronautiche, con un buon successo, specie in termini di consumi specifici (misurati in gr/CV/h, cioè grammi di combustibile per cavallo per ora di funzionamento), fattore molto importante in aviazione.
Anche la FIAT, prima del suo ritiro dalle competizioni nel 1927, tentò lo sviluppo di un 1,5 litri a 6 cilindri e 12 pistoni opposti, a benzina, con due candele per cilindro e sovralimentato con compressore volumetrico, che riusciva a erogare ben 152 CV, un valore notevole per l’epoca. Purtroppo lo sviluppo del motore, noto con la sigla 451, fu fermato a causa degli insormontabili problemi di surriscaldamento del pistone “di scarico”.
Motore a pistoni opposti PIAGGIO
Più fortunata fu l’esperienza della Piaggio, che nel 1950 dotò un suo mezzo “Vespa Siluro” da record di un 125 cm³ a 2 pistoni opposti con singolo cilindro, anch’esso con doppia accensione, che grazie ai suoi 18 CV battè il record di velocità sul chilometro lanciato, toccando i 171 km/h sulla Roma-Ostia.