Protesta in Francia contro aumenti del carburante
Protesta contro la pressione fiscale sui carburanti: gli automobilisti francesi dicono basta ai rincari ed a tutte le politiche anti auto del Governo Macron
PROTESTA IN FRANCIA CONTRO IL CARO CARBURANTE FRANCIA – Il costo dei carburanti sempre più elevato con aumenti dei prezzi ha mobilitato in Francia gli automobilisti francesi che sabato 17 novembre sono scesi in piazza per dire basta! La protesta contro il Governo Macron ha riguardato una serie di “politiche anti-auto”, oltre all’aumento del prezzo del carburante anche l’abbassamento dei limiti di velocità e l’aumento di dispositivi di rilevamento.
La tassazione elevata sull’auto, dal costo carburanti con accise elevate, ai costi dei passaggi di proprietà, ai bolli e superbolli per arrivare anche all’esasperate richieste di abbassamento emissioni da parte UE e aggiunte anche le scelte antismog con blocchi della circolazione, una situazione intollerabile simile a quella italiana che qui da noi ancora non è esplosa.
Protesta in Francia contro Macron per gli aumenti del carburante e le tasse sull’auto eccessive
Alla protesta in Francia contro Macron per le tasse eccessive sull’auto e l’aumento del costo del carburante hanno aderito oltre 300.000 manifestanti che hanno allestito 2.000 blocchi stradali. Tutte le persone sono scese in strada hanno indossato un gilet giallo come segno distintivo per questa manifestazione ribattezzata per questo “gilets jaunes”.
Purtroppo durante la protesta ci sono stati episodi gravi come la morte di una donna e di oltre 200 persone ferite, tra cui 6 in gravi condizioni.
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Alla protesta contro il costo elevato dei carburanti in Francia, ribattezzata la manifestazione dei gilet gialli, ha partecipato una moltitudine di persone ma purtroppo è stata funestata dalla morte di una persona che è stata travolta e uccisa nella zona della Savoia da un’auto guidata da un’altra donna che ha forzato il blocco perché stava portando la figlia in ospedale. Il bilancio complessivo è stato di oltre 200 i feriti, di cui 6 gravi.
LA RIVOLTA DEI GILET GIALLI
Ma al di là dei bilanci la protesta in Francia ha avuto una risonanza epocale con gli automobilisti che esausti hanno detto basta alle politiche anti auto del Governo Macron, con la rivolta dei gilet gialli che ha visto così scendere la sua popolarità ai minimi storici. I manifestanti hanno raggiunto infatti anche la zona dell’Eliseo a Parigi. Qui i “gilet gialli” sono stati respinti dalla polizia in assetto antisommossa. Dal fondo della rue du Faubourg Saint-Honoré, dove sorge il palazzo presidenziale, sono stati lanciati dalla polizia alcuni gas lacrimogeni. I manifestanti sono stati respinti verso place de la Concorde.
Altri scontri ci sono stati anche a pochi passi dal Monte Bianco, al confine fra Francia e Italia, con decine di manifestanti cha hanno bloccato completamente l’accesso al tunnel. L’azione, che ha provocato un’ondata di proteste e panico, è stata provocata dal blocco filtrante dei camion e delle auto che, con il passare delle ore, era diventato totale. A quel punto, come da istruzioni del ministero dell’Interno, la polizia è intervenuta.
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Protesta in Francia, motivi condivisi dall’Italia
I motivi della protesta in Francia sono pienamente condivisi anche dagli automobilisti italiani, una situazione intollerabile che ha portato a questa manifestazione, una specie di sommossa, una ribellione con la partecipazione spontanea di tanti utenti dell’auto promossa dai “gilet gialli”.
Si tratta di un movimento orizzontale che si è organizzato sui social per mobilitarsi indossando un gilet giallo e bloccando la circolazione contro l’aumento del prezzo del diesel e della benzina, deciso dal governo Macron per diminuire le emissioni di CO2. I francesi hanno così deciso di dire a basta ad una serie di politiche che penalizzano gli automobilsiti.
Il Governo Macron per il momento non ascolta la protesta dei gilet gialli e per voce del premier francese Edouard Philippe ha risposto cosi: “Abbiamo sentito collera ma anche sofferenza ma la rotta è buona e quindi la manterremo”.
Protesta in Italia, dal bollo ai costi eccessivi
Lo stesso trattamento lo stanno ricevendo anche gli automobilisti italiani che sono costretti a subire passivamente decisioni arrivate dall’alto: ultimamente oltre ai costi eccessivi anche una stretta sulla limitazione della circolazione interdetta ad alcune tipologie di veicoli. Una protesta in Italia è in atto ed è quella che riguarda il bollo auto grazie all’Ing. Carlo Negri che da oltre un anno tenta di svegliare le sensibilità degli automobilisti italiani. Nel nostro paese il caro carburante ormai non fa più notizia ed i blocchi del traffico stanno riguardando anche le nuove auto diesel Euro 6. Ma nel 2019 arriverà il blocco per tutte le auto fino alla Euro 3.
E con i bolli auto come la mettiamo? Chi ha un Euro 2 sarà costretto a pagare una tassa di proprietà per una vettura che non potrà usare?
Una serie di decisioni che vuole forzare la transizione energetica ma in un paese in forte difficoltà economica, che storicamente fatica a rinnovare il proprio parco auto. La famiglia media italiana infatti non ha i soldi per compare un‘auto nuova, figuriamoci elettrica che ha ancora costi esorbitanti, senza contare la difficoltà a reperire infrastrutture di ricarica. Si sta dunque cercando di forzare la mano, in Francia intanto hanno già detto basta.