Alfa Romeo in F1 la storia di un mito
Alfa Romeo è sinonimo di competizioni, dai Gran Prix anteguerra alle spettacolari gare prototipi e turismo degli anni ’70, fino al DTM degli anni ’90. Alfa Romeo significa anche Formula 1 e le sue vetture hanno ancora un fascino incredibile
Alfa Romeo in F1 la storia – “Il marchio Alfa Romeo è incredibile come resti nel cuore della gente. Proprio per questo stiamo pensando a un suo ritorno, come nostro competitore (della Ferrari ndr), alle corse, alla Formula 1” firmato Sergio Marchionne.
Con queste poche parole, un paio di anni fa, l’Amministratore Delegato di FCA, proprietaria del Marchio del Biscione, ha incendiato i cuori di migliaia di appassionati in tutto il mondo. Un ritorno come protagonista nella massima Formula non è un’ipotesi così remota e consoliderebbe il definitivo rilancio della Casa milanese avvenuto in questi ultimi anni.
Lo stesso Marchionne è tornato più volte ad alimentare questo sogno, spesso a margine della presentazione di un nuovo modello. Tutto ciò sta in parte già avvenendo, anche sulla spinta del glorioso passato Alfa Romeo, legato alle competizioni come pochi altri brand.
Curioso è poi che l’attuale Presidente della Ferrari (Marchionne) ripercorra in un certo senso i passi del fondatore della Casa del Cavallino Rampante, cercando di scrivere il prosieguo di un binomio iniziato tanti anni fa.
Il progetto per il ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1 è realtà ed inizia con la sponsorizzazione come Title Sponsor del team Sauber che acquisirà così la denominazione ufficiale di Alfa Romeo Sauber F1 Team
Alfa Romeo e Ferrari
I primi contatti fra Enzo Ferrari e l’Alfa Romeo risalgono agli anni ‘20, prima come pilota delle vetture del Biscione e, nel decennio successivo, come direttore dell’attività sportiva, attraverso la Scuderia Ferrari fondata proprio in quel periodo. Furono anni di successi a ripetizione, che convinsero i vertici della Casa milanese, nel frattempo divenuta di proprietà statale, a creare un vero e proprio reparto sportivo, l’Alfa Corse, sempre sotto la direzione del Drake. La Seconda Guerra Mondiale e le differenze di vedute provocarono, solo un anno più tardi, il divorzio fra le due parti e la quasi totale sospensione delle attività sportive.
Alfa Romeo in F1 la storia in quattro capitoli
Nel Dopoguerra la storia dell’Alfa Romeo è legata a filo doppio con quella della Formula 1, Campionato Mondiale per vetture monoposto inaugurato nel 1950. La gara di apertura fu letteralmente dominata dalle vetture milanesi, con tre piloti nelle prime tre posizioni, su quella meraviglia tecnologica che fu la 158. Quell’anno l’Alfa vinse sei delle sette gare in calendario (alla 500 Miglia di Indianapolis non partecipò, come peraltro le altre scuderie europee), vincendo il titolo con Farina. Nel 1951 arrivò il bis, questa volta con Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo 159, che si aggiudicò 4 corse su 8. Nonostante le ottime premesse, nel 1952 l’IRI, l’Ente pubblico che aveva acquisito la proprietà prima del secondo conflitto mondiale, decise di ritirare la scuderia dalla Formula 1 a causa della crescente concorrenza delle altre squadre, chiudendo di fatto il primo ciclo nelle competizioni.
Formula 1 | 1961-1979: Alfa Romeo fornitrice di motori
L’Alfa Romeo tornò in Formula 1 nella prima parte degli anni ‘60, come fornitrice di motori per alcune scuderie minori. Nel decennio successivo un V8 della Casa del Biscione fu montato sulla McLaren guidata da Andrea De Adamich, ma senza grandi risultati. Nel 1976 arrivò l’accordo con la Brabham: le vetture inglesi montavano il boxer 12 cilindri progettato da Carlo Chiti capace di 510 CV contro i 460 del diffusissimo Cosworth DFV. Piuttosto assetato e dalla manutenzione difficile, costrinse i progettisti a inventarsi soluzioni sempre più ardite per realizzare un telaio leggero e una carrozzeria aerodinamica. Nel triennio ‘76-‘79 la Brabham Alfa Romeo ottenne due vittorie, entrambe nel 1978 con la BT46, e alcuni podi.
Formula 1 | 1979-1985: 100% Alfa Romeo
Parallelamente alla fornitura dei motori, i vertici della Casa del Portello diedero il via alla progettazione della vettura per il ritorno dell’Alfa Romeo come Costruttore in Formula 1, affidando lo studio per la nuova monoposto all’Autodelta di Carlo Chiti. Denominata “177”, la monoposto debuttò al Gran Premio del Belgio del 1979, anno affrontato dunque nel duplice ruolo di fornitore di motori, per la Brabham, e Costruttore. Il modello successivo, la 179, cercò di ottimizzare lo sfruttamento dell’effetto suolo, anche grazie al nuovo 12 cilindri a V anziché boxer. Della 179 che corse anche nella stagione 1980 vennero approntate diverse versioni: la 179B, per due gare nel 1981, la 179C e la 179D, che inaugurò il 1982. Nelle annate successive l’Alfa Romeo partecipò al campionato con le vetture 182, per la stagione 1982, e 183T, dotata di propulsore sovralimentato, per il 1983. I propulsori aspirati furono a lungo i più potenti del lotto, ma il loro consumo ne limitò enormemente i risultati in gara, mentre problemi di affidabilità delle unità turbocompresse causarono parecchi ritiri. Tra le prestazioni di rilievo ci furono due pole position, i giri al comando di Bruno Giacomelli al Gran Premio degli Stati Uniti d’America del 1980 prima del ritiro per problemi elettrici, tre terzi posti, due secondi e un giro veloce. Il miglior piazzamento della Scuderia fu un 6º posto nel Campionato Costruttori del 1983. Nel 1984 fu affidata alla Euroracing, con motori forniti dalla Autodelta. La 185T vide l’ingresso dello sponsor Benetton e la definitiva uscita di scena dell’Alfa Romeo come Costruttore, a fine stagione. I piloti di rilievo che guidarono le monoposto del Biscione in questo periodo furono Andrea De Cesaris, Mario Andretti e Riccardo Patrese.
Formula 1 | 1983-1988: Alfa Romeo in F1 la storia finisce
Dal 1983 al 1988 l’Alfa Romeo fornì motori sia aspirati che turbo alla piccola scuderia Osella. All’inizio della collaborazione era previsto anche un supporto tecnico più esteso: infatti la monoposto FA 1/F del 1984 altro non era che una 183T dell’anno precedente. Alla fine della stagione 1988 l’accordo terminò, ponendo fine alla partecipazione dell’Alfa Romeo nella Formula 1.