Atac crisi concordato
Per superare la crisi in atto a Roma nell’azienda di trasporti pubblici il Cda di Atac ha individuato nella procedura di concordato preventivo in continuità la migliore soluzione alla crisi della società, deliberando l’immediata comunicazione all’azionista e la convocazione dell’assemblea dei soci per le decisioni di competenza.
Il concordato preventivo, un accordo con i creditori sotto l’egida del tribunale, è la linea che si andava già delineando per salvare l’azienda capitolina ed è anche quella che aveva segnalato Confartigianato Roma all’amministrazione, attraverso il Presidente Mauro Mannocchi.
Dice con fermezza il Presidente Mannocchi
Vigileremo sulle modalità a garanzia del fatto che il sacrificio non venga chiesto solo alle Imprese che hanno operato onestamente e correttamente e che sia a loro carico il salvataggio di Atac. Pretendiamo – prosegue Mannocchi – che si perseguano giudizialmente sia le imprese scorrette e i manager che hanno spolpato le casse di Atac, sia che venga realizzato un vero piano industriale che coinvolga i Sindacati e la Associazioni di categoria, che consideri le banche alla stregua dei fornitori, che metta mano alle piante organiche, ai costi, alla certezza dei ricavi, che stani il malcostume sulla gestione dei biglietti, che esplori e sfrutti le notevoli potenzialità di marketing che ha un vettore di una comunità enorme come quella dei viaggiatori ATAC. Confartigianato Imprese Roma quindi – conclude Mannocchi – è d’accordo nel salvare Atac, ma non nello scaricare l’enorme costo del salvataggio, dovuto ad una malgestione politica e manageriale, sulle spalle delle Imprese.
Il Cda di Atac ha affidato l’incarico di advisor finanziario e industriale alla società Ernst Young, di supporto alla procedura di soluzione della crisi. Atac ha 11.600 lavoratori e un debito di 1,35 miliardi.